
La promessa di Aldo Magnani dopo l’incendio che ha semidistrutto il locale

Non c’è dubbio che la notizia dell’incendio che ha distrutto il ristorante “La Borella” abbia creato grande amarezza. Un locale che è da anni un vero e proprio punto di riferimento per chi affronta i tornati della statale della Cisa per raggiungere l’omonimo passo sul limite di confine tra Toscana ed Emilia Romagna. Il ristorante si trova infatti in terra di Lunigiana ma a soli 2 km dal Passo della Cisa ed è un ritrovo storico per gli amanti della buona cucina. Il ristorante, inoltre, è anche un vero e proprio pezzo di storia pontremolese, in quanto legato in maniera simbiotica alla famiglia Magnani (non a caso per i pontremolesi è “da Magnani”) da quando negli anni ’70, Ferdinando, aveva aperto un chiosco presso la fonte della Borella (da cui deriva il nome del ristorante). Un chiosco che via via si era accresciuto diventando poi sede di un ristorante affermato, dove si potevano gustare i piatti più caratteristici della cucina pontremolese, preparati in modo accurato e gustoso. La qualità della cucina e l’abilità del ristoratore si erano mostrati nel momento in cui l’apertura della galleria di valico della Cisa aveva portato alla riduzione del traffico sulla statale. Prima del completamento della cosiddetta Parma-Mare, il modo più diretto per passare dalla pianura Padana al mar Tirreno era la statale n. 62 della Cisa che, con un percorso molto tortuoso, si arrampicava su per l’appennino tosco-emiliano fino al passo per poi ridiscendere con altrettante curve.

Nel dopoguerra sulla strada aprirono molte trattorie frequentate dai camionisti che facevano la spola tra i porti della Spezia e di Livorno con Parma e Milano. Con l’apertura della A15 e il conseguente abbandono della statale molti esercenti subirono una forte riduzione dell’attività, fino a giungere alla chiusura ma non “La Borella”, che nel frattempo era divenuto anche importante punto di riferimento per la vita politica locale e non solo. Non era raro imbattersi in personaggi di spicco (anche di livello nazionale, come ad esempio Mino Martinazzoli) che gustavano le specialità locali, ma allo stesso tempo si confrontavano su questioni politiche. Questo perché all’attività di ristoratore Ferdinando (“Nando” per i pontremolesi) aveva affiancato la grande passione per la politica che lo ha accompagnato sino alla prematura scomparsa nel 1991. Assessore del comune di Pontremoli per due consigliature, dal 1975 al 1985, era presente negli organismi direttivi della Democrazia Cristiana a livello regionale, provinciale e comunale, risultando una delle figure più in vista della vita politica cittadina e provinciale degli anni ’70 ed ’80. Dalla sua morte la gestione del ristorante è passata al figlio Aldo, che ha saputo trovare nuova clientela, specie nei motociclisti che affrontano i tornanti della Cisa, che sono andati ad aggiungersi agli abituali avventori. Ma se è cambiata la clientela, è rimasta pressoché immutata le caratteristiche della cucina della Borella, conosciuta per i suoi piatti a base di funghi, piatti della tradizione lunigianese e cacciagione. Sicuramente colpito da quanto accaduto, Aldo Magnani fa una promessa a se stesso e alla clientela: “Certo ora siamo sotto shock nel vedere il frutto di anni di lavoro andare letteralmente in fumo. Ma ci risolleveremo, ci saranno dei tempi tecnici per riattivare tutto ma la nostra volontà è quella di riaprire il più presto possibile”. (r.s.)