Quest’anno la festa della Santa Croce è stata particolarmente solenne e partecipata. Sono infatti trascorsi tre secoli da quando la preziosa Reliquia, contenente in primis un pezzo del legno su cui fu appeso Gesù, fu traslata dalla chiesa del Castello alla prepositurale di S. Nicolò. La sera del 13 settembre, un servizio – navetta, messo a disposizione dal Comune, ha trasportato i numerosi fedeli fino all’agglomerato del Castello per, poi, procedere in processione fino alla parrocchiale. Le riflessioni teologiche sono state guidate dal vicario della nostra Diocesi, don Marino Navalesi. A seguire motivazione storica da parte di Paolo Lapi.
Il giorno 14 settembre i sacri riti sono iniziati alle 9,30 con le lodi del mattino, quindi l’Adorazione fino alle 17,30. Alle 18 l’Eucarestia è stata celebrata da mons. Antonio Costantino, affiancato dal parroco don Andrea Nizzoli e da altri confratelli. Presente il sindaco Giovanni Guastalli, con la Giunta ed i consiglieri di minoranza. Labari di varie Associazioni di volontariato e gli stendardi delle parrocchie delle frazioni.
“La festa che celebriamo, ha detto mons. Antonio, offre propizia occasione per soffermarci sul nostro essere cristiani nel mondo odierno. La Croce, già segno del più terribile fra i supplizi, è per noi credenti l’albero della vita, il trono, l’altare della Nuova Alleanza. Da Cristo, sulla Croce, è scaturito il mirabile sacramento di salvezza e di redenzione per l’intera umanità. La Croce è la gloria di Gesù ed il segno della sua signoria. Accogliere la Croce significa accettare anche le nostre croci terrene. Tutti noi vorremmo una vita senza dolore, ma ciò non è possibile. Non camminiamo nel mondo su un’autostrada, bensì su una strada che sale con i tornanti. Non sappiamo cosa trovare dietro di essi. Né ci sono risposte facili , né ricette pronte. Solo la Croce è cattedra che ci allena alla verità difficili, indicandoci però il posto sicuro, dopo gli effimeri giorni terreni. Dobbiamo essere onorati, ha concluso il celebrante, nel riconoscere i segni del Cristianesimo indicati dagli antenati che, spesso, si sono raccolti proprio in questa chiesa per lodare Dio e la Beata Vergine, di fronte all’altare dove viene riposta la Reliquia su cui hanno voluto scrivere “Arbor Decora et Fulgida”.
È la Croce splendente il segno della vittoria della vita sulla morte… “Il tempo ha permesso una breve processione, fra canti e preghiere, con il lodevole servizio della Banda musicale locale. Bravissimo il Coro “San Nicolao” diretto dalla collaudata esperienza del maestro Pierfrancesco Carnesecca.
Ivana Fornesi