In Europa 1 persona su 5 è a rischio povertà

Caritas Europa: pandemia e guerra hanno messo in ginocchio tante famiglie

Un abitante su cinque dell’Ue è a rischio povertà o esclusione sociale: è la fotografia allarmante che Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione europea, ha rilanciato sui dati del 2021. Significa che 95,4 milioni di persone, cioè il 21,7% della popolazione, vive in una famiglia in difficoltà o sul filo del rasoio: 73,7 milioni a rischio di povertà, 27 mln gravemente svantaggiate dal punto di vista materiale e sociale. Tra quei 95,4 mln di persone, 29,3 mln vivono in una famiglia a bassa intensità di lavoro.
Per commentare questi numeri allarmanti, Sarah Numico di Agenzia Sir ha intervistato Maria Nyman, segretario generale di Caritas Europa, la rete continentale delle associazioni Caritas della Chiesa cattolica. Con 49 organizzazioni associate in 46 Paesi del continente, Caritas Europa lavora con persone di tutte le fedi per contrastare ogni tipo di esclusione sociale. Partendo dall’esperienza sul campo delle associazioni, Maria Nyman conferma che è cresciuto in modo preoccupante il numero di chi hanno perso il lavoro e, non riuscendo più a coprire le spese della famiglia, si rivolge alla Caritas.
Questo perché mancano le protezioni sociali perché molte persone fuori dal mercato del lavoro possano affrontare l’emergenza. Qualcosa era stato fatto nel 2020 dai governi e a livello europeo, a partire dal Sure (Strumento europeo per il contrasto alla disoccupazione durante l’emergenza – ndr) e dalla sospensione del Patto di stabilità, misure che hanno contribuito a mitigare l’aumento della povertà. L’ultimo colpo è stato inferto dall’aumento dei prezzi dell’energia, che potrebbe allungare la durata dell’emergenza.
Dall’altra parte, anche l’aumento delle richieste di aiuto mette le Caritas nella condizione di dover cercare e ricevere i sostegni necessari per dare le risposte necessarie. A livello delle istituzioni e degli Stati europei, spiega la Nyman, l’attività di Caritas si esplica mostrando la realtà delle persone e cercando di fare pressione per avere risposte che affrontino questi temi. È finalmente in dirittura d’arrivo l’elaborazione di una proposta sui salari minimi e si sta lavorando per arrivare ad avere anche una direttiva sul reddito minimo.
La questione delle protezioni sociali è forse quella in cui occorrerebbe investire di più adesso per affrontare la povertà crescente. Molte iniziative sono state prese: il Fondo sociale europeo, il Fead (Fondo aiuti per gli indigenti) ma secondo il segretario generale di Caritas Europa ci dovrebbe essere un impegno ancora maggiore perché il target che l’Ue e gli Stati membri stanno ponendo è insufficiente per mettere fine alla povertà entro il 2030. Là dove si investe sull’inclusività sociale e sull’istruzione o sulla non discriminazione si fa un lavoro che aiuta a uscire dalla povertà.

Agensir