Medio Oriente: fare il possibile per riprendere il dialogo

Biden accolto a Betlemme dai bambini palestinesi al canto di “Imagine”

Nel corso del suo viaggio in Medio Oriente, domenica scorsa il presidente Usa, Joe Biden, è giunto a Betlemme, dove è stato accolto dal presidente palestinese Mahmoud Abbas. Al suo arrivo ha visitato la Natività, luogo della nascita di Gesù Cristo, accompagnato dai rappresentanti dei tre riti che controllano la basilica; per i cattolici era presente il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Nel chiostro del convento il presidente Usa è stato accolto da un coro di bambini palestinesi, in costume tipico e con bandierine palestinesi in mano, che hanno cantato “Imagine”, l’inno alla pace e alla speranza, scritto dall’ex Beatles, John Lennon.
Il presidente Usa si è fermato ad ascoltare l’intera esecuzione vocale dei bambini che hanno cantato senza il supporto musicale. Durante il colloquio con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas (Abu Mazen), Biden, da un lato, ha annunciato 100 milioni di dollari di aiuti per gli ospedali di Gerusalemme Est, insieme a 200 milioni di fondi aggiuntivi per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa), dall’altro, pur ribadendo il suo sostegno alla soluzione dei due Stati, ha rimarcato che al momento “la situazione non è matura” per la ripresa del processo di pace, in stallo dal 2014.
“Il presidente ha visitato un luogo a lui caro e con momenti di commozione, ha detto al Sir, padre Patton. Ho scambiato con lui qualche parola ed ho avuto occasione per esprimergli il nostro desiderio che si faccia il possibile per la pace e ribadire che noi continuiamo ad accompagnare con la preghiera gli sforzi della politica”. “Israele – ha sottolineato Patton – va verso nuove elezioni in autunno e in mancanza di un governo solido è difficile avviare dialoghi. Credo tuttavia che – quando si richiama la necessità di trovare una soluzione, come ha fatto Biden – questo sia un segno positivo perché vuole dire che esiste ancora una volontà politica di favorire una ripresa dei dialoghi. Il problema adesso non è avere una soluzione ma riprendere a parlarsi. Questo è il passo fondamentale”. Padre Patton ha anche tracciato un primo bilancio del Capitolo Custodiale che si è svolto a Gerusalemme dal 4 al 14 luglio, ribadendo che si è deciso di “lavorare sui vari fronti”: tra questi il miglioramento delle strutture intermedie, per fare in modo che i frati che vivono in piccole fraternità abbiano un contatto reale con quelle più vicine, e l’impegno a fare di più per chi vive in Siria e Libano. Poi c’è la cura delle vocazioni, che sono un buon numero: “per questo motivo bisogna garantire loro percorsi formativi seri”. “Vanno portati a compimento, infine, grossi lavori come il restauro del pavimento della basilica del Santo Sepolcro, il tunnel del Getsemani, i lavori nella Grotta dei Pastori e al Tabor”.