Il tonfo termico dello scorso fine settimana non passa inosservato, soprattutto se le condizioni di partenza sono eccezionali, come quelle provate venerdì 27 maggio. Le previsioni non avevano mentito, era atteso un sensibile riscaldamento per venerdì e sabato, ma l’andirivieni della nuvolaglia e l’attiva ventilazione, fino a giovedì 26, erano riuscite a contenere il rialzo termico e si sperava. La sera del 26, tuttavia, causa persistenza della nuvolosità, era trascorsa insolitamente calda per la stagione.
Al mattino del 27, i primi segni di cosa fosse in serbo per il pomeriggio non tardavano a manifestarsi. La marcata compressione degli strati d’aria dovuta all’espansione dell’alta pressione africana e la componente sudorientale del flusso d’aria, da scirocco quindi, anche se si presentava in alcune valli del versante occidentale ligure-tirrenico sotto le mentite spoglie di un venticello settentrionale (falsa, falsissima tramontana), rincaravano l’effetto di intenso surriscaldamento in atto. Solo così si spiegano i favolosi valori di temperatura massima raggiunti tra il Levante Ligure, la Toscana e il Lazio in quell’infuocato pomeriggio.
Inibita del tutto o ritardata alle tarde ore pomeridiane la brezza marina lungo le coste e la brezza di valle nell’interno, i termometri si innalzavano a livelli, in diverse località, senza precedenti nel mese di maggio. La bassa val di Vara e Magra, la riviera e la collina apuana e versiliese, la pianura lucchese e pisana, la pianura toscana tra il valdarno inferiore e la bassa Valdinieviole, e giù lungo il Livornese e la Maremma fino a Roma le aree più interessate dalla straordinaria calura con punte addirittura di 36-37°C. Persino in Lunigiana, il solleone maggiolino si imponeva in maniera fuori da ogni regola facendo lievitare i sensori termometrici del fondovalle fino a 34-35°C.
Un nuovo primato si è scritto all’osservatorio di Pontremoli-Verdeno, dove i 33,9°C hanno surclassato il precedente record di 32,2°C del 25 maggio 2009. Da giorni, del resto, venivano notizie di forti calori da Spagna, Francia e altre nazioni, e l’Italia non poteva essere da meno. In concomitanza del grande caldo precoce, l’aria si faceva più secca, spariva la foschia del primo mattino, sostituita da aerosol atmosferico. Un buon presentimento per l’indomani era la rapida discesa della temperatura subito dopo il tramonto, ciò grazie all’aria asciutta.
Sabato 28, dopo l’impennata della temperatura per tutta la mattinata, le nubi temporalesche in agguato inducevano i termometri a più miti consigli già dopo le ore 14 senza far loro toccare i picchi di venerdì. Temporali sparsi con poca pioggia, eccetto in qualche tratto appenninico, si sfogavano nel pomeriggio rinfrescando l’aria e poi, dopo una serata ventosa, a cavallo di mezzanotte. L’ingresso di più fresche correnti di vera tramontana dettavano il tracollo termico di domenica, calo che sarebbe stato ancora maggiore in caso di precipitazioni più copiose. Esauritasi, infine, un’ultima passatina di pioggia la notte di lunedì, il tempo si andava ristabilendo con indugio di una certa nuvolosità.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni