
Si è conclusa, il 23 maggio, la 34.ma Edizione del Salone Internazionale del libro di Torino: “Cuori selvaggi”, nel nome dell’amicizia e dell’invocata pace fra i popoli. Nella cornice del Lingotto, il 19 maggio, il Salone si è aperto con la lectio dello scrittore indiano Amitan Ghosh. In contemporanea, c’è stata l’inaugurazione del “Bookstock”, spazio dedicato ai giovanissimi lettori con l’applaudito intervento di Maria Falcone che, a 30 anni dall’assassinio, ha raccontato agli studenti le battaglie ed il lascito morale del fratello Giovanni. A far spicco l’intera filiera del libro: case editrici, scrittori, librai, illustratori, traduttori, lettori…
Novità assolute i progetti speciali e le “Aree tematiche”, che hanno dato vita ad un mosaico di argomenti di grande interesse. Particolarmente visitati gli spazi fisici come “Casa della pace”, “Bosco degli scrittori”, “Sala Olimpica”; luoghi per discutere dell’importanza del dialogo, per capire il giusto, corretto rapporto Natura–Uomo nell’interesse del rispetto della terra che ci ospita, il valore dello sport sano, volano di crescita fisica e mentale, ottimo ponte di aggregazione.
Eppoi, angoli per la lettura ad alta voce per far emergere la curiosità dei bimbi in età prescolare, una curiosità che gli educatori, a partire dai genitori, dovrebbero recuperare per permettere ai bimbi di porre ali alla fantasia, stimolando la carica emotiva che proviene proprio dalle pagine stampate e bene illustrate. Molto graditi gli intervalli musicali ed i contributi artistici offerti dagli “addetti ai lavori”, quali cantanti, attori, comici.
Tantissime le autorità. In primis i ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi e dei Beni culturali Dario Franceschini, i quali hanno ribadito con convinzione che “educare a leggere non basta, bisogna educare le giovani generazioni all’amore per i libri. A partire dall’oggetto fisico, dal piacere di tenere il libro fra le mani, di far scorrere le pagine con la gioia e l’immaginazione di calarsi nelle vicende narrate e negli ambienti descritti, nella certezza che cultura e lettura vanno a braccetto, essendo binomio inscindibile. Investire nella conoscenza è un grande antidoto contro le guerre”.
L’affluenza del pubblico, senza distinzione di fasce di età né di ceto sociale o culturale, ha ripagato gli sforzi per dare al mondo un evento completamente rinnovato, dopo i tanti “stop” causati dalla pandemia Covid 19. Gli italiani, lettori recalcitranti, e spesso disorientati, hanno invece dimostrato di aver riscoperto, soprattutto nel lungo periodo del forzato lockdown, il piacere della lettura. Per cui, grazie anche alle presenze straniere, il libro è davvero tornato ad essere il festeggiato speciale.
Ivana Fornesi