In cattedrale a Massa un evento per celebrare l’anniversario. Presente il presidente nazionale Giuseppe Notarstefano

Giovedì scorso 7 aprile, in Cattedrale a Massa, si è svolto un evento pubblico pensato per celebrare i 150 dalla nascita dell’Azione Cattolica Diocesana ed intitolato La Chiesa diocesana e il laicato di Azione Cattolica. Ieri, oggi e domani, servizio missione corresponsabilità, 150 anni di presenza. L’iniziativa, che si è inserita nelle celebrazioni per il Bicentenario della Diocesi, ha visto la partecipazione di Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale di A.C..
Ad aprire la manifestazione è stata una “lettura scenica”, nel corso della quale alcuni membri di Azione Cattolica hanno raccontato i primi sessant’anni di tale associazione nel nostro territorio (dal 1872 agli anni ‘30): il testo drammatizzato è stato frutto di un lavoro d’archivio condotto nei mesi passati e tutt’ora in corso. Si è trattato di una narrazione a più voci, che ha recuperato dalle pieghe del tempo alcune figure “in odore di santità”, come mons. Giuseppe Bertazzoni (a capo della nostra Chiesa locale dal 1917 al 1933) e il giovane geometra massese Alberto Bondielli (che fu vicino ai “Giovani cristiani” apuani) ma ha raccontato anche alcune drammatiche vicende di fine anni Venti, periodo durante il quale il neonato regime fascista contrastava duramente l’associazionismo cattolico.

Ad occupare la seconda parte dell’incontro è stato invece un dialogo tra Marco Leorin, presidente dell’A.C. diocesana, e Notarstefano. Un confronto spontaneo e ricco di stimoli, nel corso del quale si è discusso del ruolo dei laici all’interno della Chiesa: come essi hanno, in passato, contribuito alla crescita della comunità cristiana, in che modo possono agire nel presente e come potranno continuare ad operare nella Chiesa del domani. Interrogato da Leorin su che cosa l’associazione debba recuperare e valorizzare dal suo passato, il presidente nazionale ha risposto: “Azione Cattolica nasce dal desiderio di compiere una sintesi tra fede e vita. A.C. è una rete di amicizie vere perché nascono dalla condivisione dell’esperienza di fede”; riflettendo invece su quanto l’associazione dovrebbe abbandonare, Notarstefano ha aggiunto: “Bisogna lasciare ogni forma rigida e far dialogare tra loro le generazioni. Azione Cattolica deve essere duttile e flessibile, accessibile alle persone. Un’altra cosa da buttare è la tentazione di fare dell’associazione un luogo in cui ci difendiamo dal cambiamento: oggi il mondo ci provoca a rendere ragione della nostra fede e noi dobbiamo lasciarci provocare”.
Certo talvolta non è semplice, per una realtà come Azione Cattolica, trovare spazio nel mondo contemporaneo, segnato da una certa disaffezione verso la vita di fede e dalla crisi sociosanitaria; ha precisato Notarstefano: “La pandemia ha accelerato processi che erano già in corso. L’associazione ha tenuto, usando nuove piattaforme e basandosi sulla rete di amicizie di cui parlavamo prima. Nel cambiamento che si sta verificando noi come Azione Cattolica dobbiamo basare il nostro operato su condivisione, solidarietà e sinodalità; un principio, quest’ultimo, che non deve riguardare solo la Chiesa ma anche i laici aggregati”.
Ugualmente complesso ma altrettanto doveroso è interrogarsi su come Azione Cattolica potrà contribuire alla Chiesa del domani. Interrogato da Marco Leorin circa i “processi o le scelte” che l’associazione dovrebbe rimettere in discussione il presidente nazionale ha insistito sul fatto che il motto debba essere sempre lo stesso, “Non da soli ma insieme”, ed ha poi precisato: “Dobbiamo chiederci: ‘Come facciamo ad essere comunità inclusiva e ad incontrare la vita delle persone?’… perché la comunità va lenta ma va lontano”. Le celebrazioni del 150° anniversario sono continuate, in serata, con l’incontro tra Notarstefano e i soci diocesani nel Centro Giovanile di Massa.
Irene Bertelloni