Piazza Beverini, per  secoli la più importante della Spezia

Piazze della Lunigiana Storica. L’antica “Piazza di corte” solo nel secolo scorso ha visto trasferire il suo ruolo di rappresentanza nell’odierna piazza Europa

L’edificio del vecchio Comune, poi demolito

Piazza Beverini, anticamente detta Piazza di corte, è stata la più importante della Spezia fino a quando, nel secolo scorso, il suo ruolo di rappresentanza fu trasferito nell’odierna piazza Europa. Si tratta di uno spazio che soltanto con le ricostruzioni del secondo dopoguerra ha assunto l’attuale configurazione: la circondano, per tre lati, gli alti portici a telaio degli edifici progettati dall’architetto Cesare Galeazzi (1914-2006); ad occidente, attestato sull’asse di corso Cavour, il palazzo INA Assitalia noto per aver ospitato, per lunghi anni, il grande magazzino di UPIM; ad oriente, il cosiddetto palazzo Arlecchino per la cromia, piuttosto audace, della facciata; a sud l’edificio multipiano, detto Grattacielo, realizzato tra il 1961 ed il 1966 che incombe come una gigantesca torre. Il quarto lato della piazza, quello settentrionale, comprende gli edifici attestati lungo via Baldassarre Biassa che collegava il nucleo antico del Poggio alla porta Biassa o del Macello, e quando non c’era l’Arsenale la strada si dirigeva verso la piana del Lagora per risalire in direzione di Pegazzano e di Biassa. Su questo allineamento affacciano l’insigne collegiata abbaziale di Santa Maria Assunta, ex cattedrale della diocesi della Spezia-Sarzana-Brugnato, ed il palazzo che ospita la sede centrale della Cassa di Risparmio della Spezia.

L’insigne collegiata di Santa Maria Assunta, ex cattedrale della diocesi

Rispetto agli altri tre lati questo conserva nell’altezza, nella disposizione dei volumi, nel rapporto tra pieni e vuoti, nella continuità muraria delle pareti, i caratteri dell’antico centro urbano integrati dalle ristrutturazioni dell’Ottocento che, tutto sommato, seppero inserirsi con continuità nel processo edilizio urbano della città.
La facciata della chiesa di Santa Maria, traslata in avanti su via Biassa su progetto, datato 1947, dell’architetto Franco Oliva (1885-1952), fu iniziata nel 1951 e completata dopo la sua morte. La moderna rilettura della bicromia medievale ligure pisana è molto lontana dalla consistenza materica dell’antica facciata in pietra di Biassa, rispettata dallo stesso Oliva nel restauro del 1927.
Lo spazio, oggi destinato ai parcheggi, fino agli interventi urbanistici di fine Ottocento e del primo Novecento, era occupato da edifici residenziali e pubblici: via Biassa, separata dalla piazza era edificata su entrambi i lati e la chiesa di Santa Maria possedeva un modestissimo sagrato, essendo la facciata arretrata rispetto al bordo della strada. Lungo di essa, grosso modo all’altezza dell’attuale corso Cavour, è stato ritrovato dall’impresa Cozzani, durante i lavori di costruzione del nuovo comune, un ponte ad arcata unica di dodici metri di luce, a detta del Mazzini che lo ha descritto e misurato, preesitente al centro storico.
Il manufatto, forse di epoca romana, superava il canale dei Mulini o di Piazza, oggi completamente tombato. Il corso d’acqua ricordato dal Capellini per i suoi cattivi odori fiancheggiava, da occidente, il lato minore del vecchio municipio, affacciato sulla Piazza di corte con il fronte principale parallelo alla retrostante via Biassa dalla quale lo separava una spina di edifici. Tale orientamento non era coerente con il lato opposto della piazza che seguiva invece l’andamento diagonale della strada proveniente da Porta romana, via Calatafimi, oggi brutalmente interrotta dalla galleria del “grattacielo”.
Ai lati del palazzo municipale c’erano altri isolati coerenti con l’orientamento di questa via, che suppongo essere l’asse di un impianto medievale inglobato poi dagli sviluppi successivi e tuttavia ancora parzialmente leggibile nelle carte settecentesche. Il primo palazzo comunale era stato costruito sull’edificio loggiato della curia trecentesca, anch’essa riapparsa durante i lavori di rifacimento dei primi del Novecento.
Alcune immagini d’epoca lo riproducono a fine ‘800 quando si presentava con un piano terreno più mezzanino, due piani superiori con alte finestre, cinque sul fronte della piazza e tre sui lati, coronato da un robusto cornicione sostenuto da coppie di mensole ed ornato, sull’asse principale, da un fastigio con l’orologio. L’attuazione dei progetti di ampliamento del secondo Ottocento comportò anche la demolizione di alcuni isolati che interferivano con le geometrie del nuovo spazio urbano come quelli che fiancheggiavano il palazzo comunale dalla parte di corso Cavour e dal lato opposto, aprendo la piazza davanti alla chiesa di Santa Maria.
Con queste operazioni il tracciato di via Biassa entrò a far parte della Piazza di corte che aveva ancora, al centro, il vecchio palazzo comunale, già detto “cenere”, forse per il suo colore. Nel 1902 Ettore Baraggioli, ingegnere capo del comune, progettò e l’ing. Antonio Farina completò, nel 1907, una sede più moderna ed adeguata allo spirito del tempo ed all’importanza della città.
Sullo spigolo del fabbricato, lato corso Cavour, fu collocata nel 1921, in ricordo dei caduti della Prima Guerra mondiale, la Vittoria liberty, dello scultore Angiolo Del Santo (1882-1938), oggi visibile nel Piazzale del Marinaio. Solo 36 anni dopo, nel 1943, un terribile bombardamento distrusse il palazzo comunale che, nel 1955, fu trasferito nella sede attuale. La piazza liberata dalle macerie e circondata dai palazzi, citati in apertura, divenne l’attuale piazza Beverini.

Roberto Ghelfi