Nel suo nome?

Domenica 26 settembre – XXVI del tempo ordinario
(Num 11,25-29 – Giac 5,1-6 – Mc 9,38-43.45.47-48)

In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva”, ma cosa significa, concretamente, agire “nel Suo nome”?
Innanzitutto non vivere a nome nostro, ma Suo. Cioè non agire mai per esercitare una qualsiasi forma di potere. Non vivere per uniformare a me. Ma amare liberi e liberanti, in nome di un Sogno più grande di noi. Amare e miracolosamente resistere nel cuore della vita grazie ad uno sguardo che costantemente cerca Gesù Cristo unico uomo credibile. Stare nella vita e arrivare a trovare la sua immagine riflessa persino nel bicchiere di acqua che io prendo o dono con gratitudine. Serve una costante purificazione dell’agire, serve tantissima Parola, un confronto quotidiano con la Bibbia, e l’umiltà di farsi aiutare nel comprenderla. Serve la liturgia, gesti e silenzi che però devono abbandonare la ritualità per assumere i tratti dell’esperienza di trasformazione profonda. La Carità che umanizza vuole la Parola e la Liturgia. Il resto, tutto ciò che non si lascia illuminare da questa triangolazione, deve essere buttato a mare con macina da mulino al collo: per tenere lontano il pericolo che la tentazione della non-umanità torni a galla.
Nel tuo nome Signore vogliamo imparare a vivere. Il tuo nome per noi, Signore, sia Vastità e Fantasia. “Chi non è contro di noi è per noi”. Aiutaci Signore a non essere mai “contro” ma sempre “per”. Per l’uomo, per la crescita, per la cura delle relazioni. Solo così la nostra Chiesa imparerà il tuo nome: “vastità”, abbraccio che include. Aiutaci Signore a non essere mai “contro” ma sempre “per”, solo così impareremo il tuo nome. E il tuo nome è fantasia. Tu Sei Colui che sa far fiorire l’inatteso.
Il tuo nome per noi, Signore, sia Semplicità e Totalità. “Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua”. Aiutaci Signore a non perdere mai la semplicità che non è superficialità ma fiducia. Agire senza perdersi in infiniti sospetti e risentimenti. Aiutaci a comprendere che Tutto, davvero Tutto, parla di te. La totalità della vita, anche negli aspetti apparentemente più banali, è occasione per dire la Bellezza del Tuo Nome.
Il tuo nome per noi, Signore, sia Radicalità e Corporeità. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala. Aiutaci Signore a sentire che tu Sei Tutto. Tu Sei un modo di vivere la vita. Tu Sei la Vita. Aiutaci Signore a sentire che vivere nel Tuo nome non è solo idea ma Carne. Incisa nel Corpo, in ogni nostra azione, ci sia la nostra appartenenza ultima a Te.

don Alessandro Deho’