L’Assemblea liturgica: luogo dove  si creano legami

Il ruolo dell’assemblea all’interno della Celebrazione eucaristica

Le ultime settimane di agosto sono state scandite da due appuntamenti di carattere liturgico molto importanti: l’annuale Settimana liturgica del CAL (Centro di azione liturgica) e il Convegno dell’APL (Associazione professori e cultori di Liturgia).
Entrambi questi eventi hanno messo al centro della loro riflessione il tema dell’Assemblea liturgica. Oggi sempre più si parla del ruolo dell’assemblea all’interno della Celebrazione eucaristica o dei vari sacramenti, in più le ultime difficoltà emerse assieme alla gestione della Pandemia hanno evidenziato come l’assemblea sia elemento discriminante per la realizzazione sacramentale della Celebrazione rituale. La diffidenza moderna rispetto al mondo rituale continua a mettere in crisi la nostra riflessione sul perché ci raduniamo per celebrare, ma non riesce ad annullare l’esigenza (quasi naturale) della comunità cristiana di ritrovarsi insieme per celebrare.
A tal proposito, l’Arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, nella relazione finale del Convegno dell’Apl affermava: “È straordinario che ci sia un’assemblea che voglia riunirsi per celebrare”. Nonostante tutto e tutti, esiste un “piccolo gregge” (Lc 12, 32) che sente il bisogno di ritrovarsi per celebrare insieme e questo ci stupisce ogni volta e sempre di più. Pochi o tanti, consapevoli o no, ci sono e celebrano!
Questo dato apre a una serie di riflessioni che non possono essere trascurate. È la forza di un precetto, di una legge, che ormai non è più avallata da un sistema sociale apertamente confessionale a spingere a Messa le persone? È l’esempio dei nonni o dei genitori che spinge i nipoti o i figli a Messa? È la consapevolezza che la fede dà senso alla vita a muovere verso il mondo dei riti?
Sicuramente in ognuna di queste domande c’è un po’ della verità che muove le persone verso l’altare per celebrare la Liturgia della Chiesa, ma non possiamo non chiederci perché in un mondo scristianizzato, dove non c’è più posto per Dio e tanto meno per la Chiesa (e i suoi scandali) le chiese continuino a restare aperte e a “funzionare”.
Penso che, come afferma Giuliano Zanchi, “le liturgie sono sempre e comunque segno visibile e concreto della qualità dei legami con cui una comunità sa stringersi attorno al Signore che la convoca”. La Liturgia crea legami! Legami che muovono l’uomo verso Dio e gli uomini fra loro.
A questo proposito c’è una delle pagine più belle della letteratura che a mio avviso esprime splendidamente questo tratto del legarsi: “Chi sei?” chiese il piccolo principe, “Sono una volpe”, disse la volpe.“Vieni a giocare con me?”, le propose il piccolo principe “sono così triste…”.“Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non sono addomesticata”. “Ah, scusa!”, fece il piccolo principe. “Che cosa vuol dire addomesticare?”“È una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami”. “Creare dei legami?”. “Certo”, disse la volpe, “tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. (…) Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana come una musica» (Il Piccolo principe).
In un mondo sempre più strutturato e tecnicizzato, fatto in serie, virtualizzato, ridotto all’ora del “tempo reale”, la Liturgia della Chiesa rimane un luogo dove creare legami che affondano le radici nella consapevolezza che il ritmo del rito (rito e ritmo hanno la stessa radice verbale), che mi spinge verso l’amico che arriva, porta in una nuova dimensione, quella dell’ “amore più grande” (Gv 15,13).
La Liturgia rimane uno dei luoghi dove l’uomo può sperimentare “la magia” di vedere nascere legami che vanno al di là dello spazio e del tempo, al di là della morte stessa. Per questo interrogarsi sul valore delle nostre assemblee liturgiche, e soprattutto di quelle eucaristiche, rimane un elemento non trascurabile della vita della Chiesa e del mondo.

Don Samuele Agnesini