Era chiusa dal 2013
Se è vero che la riapertura al culto della chiesa di santa Felicita a Casola in Lunigiana è avvenuta lo scorso 18 luglio in occasione di un matrimonio, la celebrazione di domenica 1° agosto ha avuto il sapore di una “riconsegna” alla comunità di un bene prezioso, risalente, secondo le cronache, alla fine XIII secolo. Infatti il terremoto che nel 2013 aveva sconvolto buona parte del territorio provinciale e, in particolare, la Lunigiana aveva fortemente colpito la chiesa di Casola, andando ad interessare molti altri edifici sacri della zona pastorale dell’Alta Valle Aulella: solo per il recupero della chiesa di santa Felicita è stato richiesto un intervento economico di oltre 200.000 euro, derivante da un contributo straordinario della CEI, tramite i fondi dell’8xmille.
Nonostante siano trascorsi otto anni dal sisma, in questo tempo numerose sono state le operazioni di progettazione e di stima dei danni che sono poi culminate nel recupero delle parti lesionate e nel consolidamento delle parti dichiarate inagibili. Inoltre anche alcuni quadri, provvisoriamente collocati per ragioni di sicurezza nei locali del Seminario vescovile di Massa, una volta concluse le operazioni di pulitura, sono stati ricollocati nella posizione originaria nella chiesa parrocchiale.
Domenica scorsa oltre al parroco, don Massimo Redaelli, erano presenti don Luca Franceschini, direttore diocesano per i beni culturali, il sindaco di Casola, Riccardo Ballerini, e l’arch. Stefano Calabretta che, prima della celebrazione eucaristica, ha svolto una relazione tecnica, assieme ad un rappresentante della ditta “La Volta” di Pallerone, esecutrice dei lavori. Soddisfazione è stata espressa da don Luca Franceschini, che ha presieduto la S. Messa in qualità di delegato vescovile, per i lavori svolti in sinergia e collaborazione con tutti soggetti coinvolti. (df)