8xmille, molto più di una firma

Intervista a mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI

Mons. Stefano Russo, segretario della Cei

Mons. Russo, sono trascorsi 30 anni da quando è entrato in vigore il sistema di sostentamento del clero che istituiva l’8xmille e le offerte deducibili. Cosa ricorda di quel periodo?
Mi sento di poter affermare che ho sempre ritenuto l’ 8xmille e le offerte deducibili una soluzione eccellente: affida il sostegno economico della Chiesa e di tutte le sue attività innanzitutto alla responsabilità dei fedeli, e, in secondo luogo, anche di tutti gli altri cittadini che, in qualche modo, apprezzano lo straordinario lavoro svolto sul territorio dalle comunità cristiane.

In effetti l’altissima percentuale di firme da sempre raccolte dalla Chiesa cattolica è il segno di una grande fiducia riposta dagli italiani.
Credo che questa fiducia nasca dalla vicinanza e dalla reciproca conoscenza. Tutti sanno bene che chi vive il Vangelo risponde sempre “presente” e non si tira mai indietro. Penso alla presenza capillare in tutta Italia delle parrocchie e di tutte le iniziative solidali ed educative ad esse collegate (mense, centri di ascolto, oratori, centri giovanili), nelle grandi periferie come nei piccoli centri.

Mons. Stefano Russo (a sn) con Papa Francesco e il card. Gualtiero Bassetti

Le somme ricevute vengono spese per la carità, per le esigenze del culto e della pastorale e per il sostentamento del clero.
Queste tre destinazioni dell’ 8xmille sono totalmente complementari. Facciamo un esempio: nel momento in cui in una diocesi vengono investiti dei fondi per la manutenzione di un edificio di culto storico, non solo si sta contribuendo al rafforzamento e alla tutela dell’identità di quel luogo, ma si sta anche permettendo a tante famiglie di vivere dignitosamente, dando lavoro alle maestranze impegnate nel restauro, e si sta permettendo alla comunità di beneficiare di un luogo in cui ritrovarsi e socializzare, accogliere e aprirsi a tutti.

Firmare per la Chiesa cattolica significa compiere un gesto di fiducia e di grande generosità, al quale noi ci impegniamo a rispondere con la massima trasparenza nel rendere conto

Una firma anche per i sacerdoti…
Insieme al contributo delle offerte deducibili, quei fondi vengono usati anche per il sostentamento del clero. Garantire una vita dignitosa ai sacerdoti in attività e a quelli anziani o ammalati, vuol dire anche garantire alle loro comunità una presenza sicura e sempre disponibile, come è nello stile di vita e di servizio dei nostri sacerdoti, da sempre.

In questa terribile pandemia anche i sacerdoti hanno pagato un tributo pesante in termini di contagi e di decessi. Le sembra che le persone nel nostro Paese se ne stiano rendendo conto?
Sono convinto di sì, e soprattutto nelle zone in cui purtroppo il virus è stato più violento e feroce. Non mi riferisco solo ai sacerdoti che si sono spesi dentro le terapie intensive e nei reparti Covid ma anche alle decine di migliaia di volontari che, in tutto il Paese, hanno consegnato, porta a porta, cibo e medicine, soldi per pagare le bollette e gli affitti, sostegno e conforto alle persone.

Una Chiesa in prima fila per contrastare la pandemia…
Certo. La Chiesa italiana, solo lo scorso anno, ha messo a disposizione del nostro territorio una cifra superiore ai 226 milioni di euro, più altri 9 milioni per progetti di contrasto della pandemia nei Paesi del Sud del mondo. È stato uno sforzo straordinario, possibile solo grazie alla fiducia di chi ha scelto, ancora una volta, di firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica. Ogni singola firma ha contribuito in modo determinante.

La firma è lo strumento concreto con cui ciascuno dei contribuenti italiani può scegliere di devolvere l’ 8xmille del gettito Irpef alla Chiesa cattolica. Ci viene detto che questo gesto è “più di una firma; molto di più”. Perché?
Perché ogni firma è come una porta che si spalanca. Chi firma può vedere con i propri occhi come il frutto di quel gesto di fiducia e di partecipazione costruisca benessere e solidarietà, di cui beneficiano tutti. In qualche modo, però, quella porta che si apre è anche la fiducia con cui chi firma ci spalanca il cuore. È una grandissima responsabilità che avvertiamo, sacerdoti e laici, perché sappiamo bene di non poter deludere le giuste aspettative di chi si fida di noi. Chi firma dà il suo concreto contributo con un gesto semplice ma efficace. E noi vogliamo rispondere con trasparenza, efficacia e, soprattutto, frutti concreti.

Per un cattolico praticante quali valori esprime quella firma?
Chi firma, nella propria comunità, fa un gesto di comunione, di partecipazione e di solidarietà. In qualche modo esprime la propria corresponsabilità con la missione di tutta la Chiesa, se ne fa carico. Firmare per l’8xmille o fare un’offerta deducibile per i sacerdoti ha anche un valore aggiunto, significa prendere a cuore anche le sorti delle parrocchie con risorse più esigue della propria. E significa anche fare un gesto di libertà, perché non è automatico che questo sistema continui a funzionare e ad alimentarsi se non scendono in campo, ogni anno, le libere scelte dei fedeli.

Di tutti i fedeli e insieme a loro anche di chi in chiesa non ci va. E a questi ultimi, ai non praticanti, cosa possiamo dire?   
Firmare per la Chiesa cattolica significa compiere un gesto di fiducia e di grande generosità, al quale noi ci impegniamo a rispondere con la massima trasparenza nel rendere conto. È bello pensare che per partecipare insieme a noi a costruire un mondo più giusto, accogliente e fraterno, un mondo a misura del Vangelo, non serva alcuna tessera di appartenenza. (S.P.)