Maggio e una variabilità tutta primaverile

Un altro passo avanti della stagione e si è giunti a buon punto con alle spalle anche la prima decade di maggio. Un alternarsi di qualche giornata buona, di diverse giornate così così e di alcune perturbate è un classico del menu atmosferico di questo periodo dell’anno.
Nella precedente chiacchierata si era già detto del calo delle temperature dei primi del mese, mentre una loro ripresa la si è sperimentata fino a lunedì. Da martedì 11, si torna a scendere: andamento che rientra nella piena normalità, visto che il progressivo aumento termico dall’inverno alla primavera e poi dalla primavera all’estate avviene sempre fra incertezze, cadute e rimesse in marcia.
Dall’orizzonte limpido e dal cielo parzialmente nuvoloso del 4, si è passati al cielo coperto del 5, 6 e 7 maggio: solo il 6 la coltre nuvolosa ha permesso il passaggio di qualche occhiata di sole nelle ore centrali e del primo pomeriggio. Le correnti da SW, recando nubi basse, pioviggine insistente e visibilità ridotta, hanno reso pianure, valli e monti, tra estremo Levante Ligure ed estremo NW della Toscana, la zona d’Italia con il tempo peggiore in quei tre giorni. Bastava spostarsi di qualche decina di km nelle altre direzioni, ma in particolare verso l’Emilia, per trovare una situazione migliore.
Conseguente è stato il calo delle temperature massime, mentre i valori minimi, dopo il freddo della notte del 4, hanno registrato un sensibile aumento, specie mercoledì 5. L’escursione termica, sotto quella coltre grigia e soffiando vento di libeccio piuttosto teso, non ha certo evidenziato grandi differenze tra la notte e le ore diurne.
Sabato 8, con il virare delle correnti a Est, si è verificata l’azione contraria e, per qualche ora fra la notte e il mattino, le nubi basse sono toccate al versante padano. Entro il pomeriggio, comunque, le schiarite hanno preso campo ovunque e lo stabilizzarsi delle condizioni meteo in corrispondenza del fine settimana è stato accolto con grande sollievo. Il tempo di domenica, quindi, non ha reso bugiardi i previsori, salvo proprio quei 2-3 gradi in meno di temperatura massima rispetto a quanto preventivato: ciò è dipeso dal diverso giro dei venti, con regime di brezza ovunque e nessuna situazione favonica. In ogni caso, l’atmosfera si è rivelata pienamente gradevole per ogni ‘palato’.
Pur con le nubi in aumento – come era stato puntualmente anticipato – la stessa giornata di lunedì 10 si è presentata con un tempo ‘prefrontale’ di attesa ancora godibile. Sventolate fra scirocco e ostro sono andate incontro alla depressione in atto sulla Francia (forti piogge con più di 100 mm a Lione, primato per la città in 133 anni di misure), un sistema frontale che ha insistito con un ragguardevole carico di precipitazioni fra la parte orientale della nazione ‘cugina’ e l’alto Piemonte.
Attesa sul resto del centro e nord Italia per martedì 11, l’attiva perturbazione ha dispensato buoni apporti fra Liguria, Lombardia e Appennino Tosco-Emiliano. La fase mite del fronte è avanzata sull’Italia, mentre aria più fredda al suo seguito ha dato conto delle nevicate che hanno di nuovo imbiancato i rilievi montuosi della Penisola Iberica riportando anche sul nostro Paese aria più fresca. Intanto, la prima decade di maggio va in archivio, allineata in maniera abbastanza onesta ai canoni che le competono. Piogge frequenti, deboli o moderate, utili alla campagna.
Nuvolosità elevata con un solo giorno mediamente ascrivibile alla categoria ‘sereno o poco nuvoloso’ (domenica 9), soleggiamento in deficit, ma non in odore di anomalia. Le temperature, in media, si sono tenute ancora circa 1°C (esattamente -0,9°C) inferiori alla norma 1991-2020: più sensibile lo scarto per i valori massimi (-1,4) e più contenuto in quelli minimi (-0,4).
Tali medie, a Pontremoli, risultano per la prima frazione del maggio 2021 le seguenti: minime 8,2, massime 18,8 e media giornaliera 13,5°C. La norma trentennale prevede: minime 8,6 e massime 20,2 con media diurna di 14,4°C. Se si facesse ancora riferimento a ciò che era considerato normale fino allo scorso anno, vale a dire il trentennio 1981-2010, saremmo a commentare, qui come altrove, una maggiore aderenza ai livelli attesi, a dimostrazione del mutamento climatico in atto.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni

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