
La lettera apostolica di Papa Francesco “Antiquum misterium”

Il 10 maggio scorso papa Francesco ha emanato la Lettera Apostolica sotto forma di “Motu proprio” Antiquum misterium con la quale istituiva il ministero del catechista. Vari sono i ministeri all’interno della Chiesa, dall’episcopato, al sacerdozio, al diaconato, al lettorato e all’accolitato. Si tratta di servizi diversi che vanno a costituire i vari aspetti dell’evangelizzazione e della vita della Chiesa. è chiara l’intenzione del papa di allargare il coinvolgimento di tutta la comunità dei fedeli nell’opera di evangelizzazione e di crescita della Chiesa.
Il servizio offerto dai catechisti nella vita della Chiesa è antico, ma bisogna anche evitare di avere un’idea provinciale di questo ruolo estremamente delicato. Il papa ha evidentemente una visione globale, universale e per questo parla di catechisti fondatori di comunità e di catechisti a capo di comunità. Evidentemente il tipo di servizio svolto muta col mutare delle situazioni e l’opera del catechista, sempre utile ed importante, assume, in certe situazioni geografiche come l’Africa, l’Asia, l’America Latina, un ruolo di assoluto protagonista dell’evangelizzazione.
“L’intera storia dell’evangelizzazione di questi due millenni mostra con grande evidenza quanto sia stata efficace la missione dei catechisti” dice papa Francesco. “Non si può dimenticare l’innumerevole moltitudine di laici e laiche che hanno preso parte direttamente alla diffusione del Vangelo attraverso l’insegnamento catechistico”. A partire dal Concilio, la Chiesa “ha sentito con rinnovata coscienza l’importanza dell’impegno del laicato nell’opera di evangelizzazione”.
Il riconoscimento del valore di tale servizio non è una novità. Papa Francesco lo istituzionalizza. “I Padri conciliari hanno ribadito più volte quanto sia necessario per la plantatio Ecclesiae e lo sviluppo della comunità cristiana il coinvolgimento diretto dei fedeli laici nelle varie forme in cui può esprimersi il loro carisma”. “Insieme al ricco insegnamento conciliare è necessario far riferimento al costante interesse dei Sommi Pontefici, del Sinodo dei Vescovi, delle Conferenze Episcopali e dei singoli Pastori che nel corso di questi decenni hanno impresso un notevole rinnovamento alla catechesi”.
“Senza nulla togliere alla missione propria del vescovo di essere il primo catechista nella sua diocesi insieme al presbiterio che con lui condivide la stessa cura pastorale, e alla responsabilità peculiare dei genitori riguardo la formazione cristiana dei loro figli, è necessario riconoscere la presenza di laici e laiche che in forza del proprio battesimo si sentono chiamati a collaborare nel servizio della catechesi”.
“Questa presenza si rende ancora più urgente ai nostri giorni per la rinnovata consapevolezza dell’evangelizzazione nel mondo contemporaneo, e per l’imporsi di una cultura globalizzata, che richiede un incontro autentico con le giovani generazioni, senza dimenticare l’esigenza di metodologie e strumenti creativi che rendano l’annuncio del Vangelo coerente con la trasformazione missionaria che la Chiesa ha intrapreso”, la tesi di Francesco, secondo il quale “fedeltà al passato e responsabilità per il presente sono le condizioni indispensabili perché la Chiesa possa svolgere la sua missione nel mondo”.
“Risvegliare l’entusiasmo personale di ogni battezzato e ravvivare la consapevolezza di essere chiamato a svolgere la propria missione nella comunità, richiede l’ascolto alla voce dello Spirito che non fa mai mancare la sua presenza feconda”.
“Lo Spirito chiama anche oggi uomini e donne perché si mettano in cammino per andare incontro ai tanti che attendono di conoscere la bellezza, la bontà e la verità della fede cristiana. È compito dei pastori sostenere questo percorso e arricchire la vita della comunità cristiana con il riconoscimento di ministeri laicali capaci di contribuire alla trasformazione della società attraverso la penetrazione dei valori cristiani nel mondo sociale, politico ed economico”.
(GB)