
Nel ricordo di don Adriano Filippi
Era il 28 luglio del 2003 quando don Adriano Filippi in Africa lasciava il soggiorno terreno a Wantiguera, nella Diocesi di Bouar (Repubblica Centrafricana), ove si trovano pure le Suore del Lieto Messaggio di Pontremoli. Uomo del “sì”, il nostro sacerdote “fidei donum” aveva accettato di andare, come missionario in una terra lontana, costellata di mille problemi.
Chi lo ha conosciuto bene sa che egli ha vissuto 36 anni nella Vigna del Signore con la voglia di annunciare il Vangelo. Gli ultimi, i diseredati, gli scartati, i piccoli, i giovani sono sempre stati al centro della sua missione sacerdotale di cui faceva parte l’immancabile chitarra: strumento di dialogo e di incontri che lasciavano il segno. Ricordiamo, però, don Adriano nel mese di aprile in quanto in questo periodo, la Scuola lunigianese aderiva compatta al Progetto Africa chiama.
Un iter formativo voluto dal dirigente scolastico Fabrizio Rosi, grande amico di don Adriano, per sensibilizzare i giovanissimi a cogliere il valore della condivisione verso i fratelli africani, sostenendo le iniziative del nostro sacerdote: aperture di dispensari, scuole, laboratori, biblioteche….
Rileggere il tempo che viviamo vuole essere conferma di come sia, ormai, obsoleta la via dell’individualismo e che soltanto insieme possiamo affrontare l’impresa. Vicinanza e solidarietà sono belle parole che urge riempire di contenuti capaci di trasformare il nostro modo di essere, di agire e di rapportarci con gli altri, proprio sull’esempio di don Adriano.
La pandemia da Covid 19 ha inciso sulla vita di tutti, cambiando stili e progetti e ponendo l’accento su responsabilità ed impegno verso se stessi e verso gli altri, anche se, questi altri, vivono molto lontano da noi. Anche con le nuove tecnologie come la DAD si può contribuire alla formazione di giovani sensibili alle questioni sociali ed etiche verso tutti gli uomini del pianeta.
Non dimentichiamoci, quindi, del Progetto Africa Chiama poiché ci interpella più che mai. Sicuramente don Adriano, chiamato dal Padre a vivere la domenica senza fine, rinnova a ciascuno di noi, in particolare agli educatori, l’invito ad entrare in una logica nuova nella quale si possa restituire dignità e speranza a milioni di persone schiacciate da malattie, guerre, povertà, ingiustizie ad ogni livello.
Affinché il suo sacrificio ed il suo esempio non vadano perduti.
Ivana Fornesi