Fivizzano e la valorizzazione delle piccole frazioni

I piccoli borghi del comune meritano cura ed attenzione. L’amministrazione si sta muovendo con tanti piccoli interventi ma molto resta ancora da fare

La frazione fivizzanese di Rometta
La frazione fivizzanese di Rometta

Girando per un Comune vasto e ricco di paesi come Fivizzano è facile imbattersi in aspetti del paesaggio creato dall’uomo che richiamano alla mente modi di vivere ormai da tempo superati. Spesso portano il segno dell’abbandono e del degrado, ma in alcuni casi sono ben tenuti, essendo stati recuperati e rimessi a nuovo ad opera degli abitanti del luogo o del Comune. Un esempio è quello dei lavatoi e degli abbeveratoi situati lungo i gorili di derivazione dei vari torrenti o alimentati dalle numerose sorgenti presenti nel territorio. Ogni paese, anche il più piccolo, ha il suo. I più fortunati ne hanno anche di più, perché attraversati, come Monzone, da gore che portavano abbondante acqua alla centralina della segheria di marmo Walton, per produrre energia elettrica. Sono luoghi della memoria, testimonianza della civiltà contadina, “vittima dell’industrializzazione e dell’invasione della globalizzazione”, ma non annientata, che le persone, specialmente le più anziane, intendono non disperdere, essendo legata ai ricordi del loro passato.

Vista della frazione di Ceserano
Vista della frazione di Ceserano

Alcuni sono già stati “rimessi a posto” e sono ben conservati (Folegnano, Vinca, Tenerano,….), molti altri rischiano la scomparsa. Non sarebbe male, pertanto, che l’Amministrazione procedesse ad un loro censimento (nella valle del Lucido è stato fatto dagli alunni delle Medie alcuni anni fa, nell’ambito del progetto Scuola-ambiente “P. Rossi”, promosso dalla Pubblica Assistenza) e provvedesse a restaurarli, secondo un programma diluito nel tempo. Sarebbe un segnale di considerazione verso quelle comunità paesane ormai ridotte all’osso demografico, senza trascurare la soluzione di altri “piccoli problemi” a cui l’Amministrazione comunale ultimamente sembra dedicarsi, salendo nel gradimento, ma anche prendendosi delle critiche, come è avvenuto per la nuova staccionata di via del Castello di Ceserano, da qualcuno paragonata ad un “serraglio per cavalli”. Apprezzata è stata invece la manutenzione al cimitero di Rometta, con qualche riserva per i tempi lunghi dello svuotamento del bidoni. Solo soddisfazione, invece, per la nuova staccionata in zona Castello di Soliera e per quelle di Moncigoli e Verrucola. Alcuni interventi hanno interessato altri paesi, scontentando quelli che si sono sentiti esclusi, tanto da far scrivere sui social ad un abitante di Aiola: “Per Aiola niente?”. è la sorte di un Comune di quasi cento frazioni! Alla “cura” del territorio, attraverso il suo utilizzo, sono impegnati, sempre in maggior numero, anche giovani imprenditori agricoli, che stanno riportando alla coltivazione terreni per lungo tempo abbandonati: per la produzione di vino di alta qualità nei vigneti di Monte dei Bianchi e della Rocca di Monzone l’Azienda di Giorgio Tazzara e di ortaggi di ogni tipo, ma anche di molto altro, l’Azienda Terra del Lucido di Fabio Mazzi di Monzone. Di alcune, attive in altre località del Comune, abbiamo scritto in numeri precedenti

Andreino Fabiani