
La Giornata nazionale degli operatori sanitari che hanno combattuto e combattono in prima linea la pandemia
Il 2020 sembrava, all’inizio, pronto a consegnarci un corredo di bene. Ma, all’improvviso, è arrivato il Covid 19 che, in un battito d’ali, ha superato ogni confine spalancando le porte ad una terribile pandemia che ha messo il mondo in ginocchio. Era il 20 febbraio, quando a Codogno (Lodi) venne scoperto il “paziente 1” affetto dal coronavirus nato a Wuhan, in Cina. Da quel momento è cambiato radicalmente il nostro modo di vivere come singoli e come comunità. In trincea, da subito, per fronteggiare l’emergenza, che ancora ci flagella, un esercito di camici bianchi dell’intero settore sociosanitario in un intreccio di competenza, professionalità, servizio, dedizione, amore, carità, che potremmo definire, in una parola, “missione”.
Con strumenti a volte insufficienti, non hanno esitato a prendersi cura di chi stava lottando con la vita rischiando di perdere – e in troppi casi perdendo – la propria.
A distanza di un anno, sabato scorso si è svolta la “Giornata nazionale degli operatori sanitari”, istituita nel mese di novembre con la legge 155/2020. Giornata che resterà nella memoria collettiva. “L’Italia riconoscente verso medici e infermieri, con l’urgenza di investire sulla sanità a tutela di tutti”. Questo il messaggio di Sergio Mattarella al presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, Filippo Anelli.
“Oggi, ha detto il capo dello Stato, è occasione propizia per rinnovare la profonda riconoscenza del Paese verso tutti coloro che con professionalità ed abnegazione si sono trovati in prima linea per combattere una pandemia di portata mondiale. Il personale sanitario si è dimostrato all’altezza di arginare una catastrofe che sarebbe divenuta irreversibile”.
Anche Papa Francesco ha fatto sentire la sua vicinanza pregando per le vittime, i malati, i familiari. “Una progressione eroica, ha sottolineato il Pontefice, che suscita in noi viva gratitudine e riflessione di fronte a tanta oblatività”.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha garantito investimenti seri, concreti, preziosi, canalizzando risorse ed energie per la sanità. “Abbiamo sentito parlare di eroi, ha chiosato, mentre penso sia sbagliato. In realtà il nostro personale sanitario ha dimostrato di saper coltivare virtù autentiche. Proprio quello di cui l’Italia ha bisogno. Ovvero donne e uomini che impegnano la loro vita per costruire una realtà migliore h/24, per servire la collettività”.
Auspichiamo davvero che la Giornata, appena istituita, accolta dagli italiani con affetto e riconoscenza, nel ricordo indelebile delle vittime che hanno fatto olocausto della loro esistenza per gli altri, dia stura al rispetto e alla cura della salute, bene prezioso di ognuno. Con i dovuti, legittimi finanziamenti a favore della scienza, della ricerca e delle strutture adeguate. (i.f.)