Non è compito di queste righe sciogliere il dubbio circa l’evoluzione meteorologica di metà febbraio e non lo è neppure delle previsioni che seguono, caratterizzate da inevitabile incertezza quando ancora mancano giorni dal possibile cambio di registro. I modelli di previsione oscillano fra scenari opposti ed è scontato che sia così quando l’atmosfera prepara qualche svolta potenzialmente importante.
Personalmente, la eventuale nuova fase gelida e poi nevosa, se si verificasse, sarebbe la benvenuta perché il cliché di questa oscena stagione umida, piovosa, buia e triste ha veramente stancato. A volte, pare di non riconoscere nemmeno più l’inverno nostrano, che ha sempre avuto in serbo – in certi anni, anche a gettito quasi continuo – giornate di vento di tramontana, freddo fin che si vuole, e pure sferzante e fastidioso, ma per lo meno asciutto, sano e latore di ricambio d’aria! L’eccesso di tutto l’opposto (occorre forse elencarne i componenti?), salvo fasi purtroppo brevi, ha sancito lo svolgersi della cupa accoppiata dicembre-gennaio, alla quale la prima parte di febbraio si è sciaguratamente unita. Se ora arrivasse ‘aria di qualità’, pertanto, sarebbe da accogliere quale liberatrice dall’opprimente grigiume.
Febbraio, fin qui, ha visto prevalere ventilazione meridionale, libeccio, ostro o scirocco che fosse, e l’unico giorno in cui il flusso aereo si è orientato da Nord non lo si è dovuto all’arrivo della tramontana, bensì all’invorticarsi dello scirocco, che in frangenti simili si presenta sotto le mentite spoglie di vento discendente dall’Appennino dopo aver percorso tutto l’Adriatico per poi penetrare in Val Padana.
Il passaggio della penultima perturbazione, tra domenica e lunedì, ha trasportato su Francia, Spagna, nazioni alpine e fino in Germania ingenti quantità di polveri e sabbia sahariane ed ha interessato anche parecchie regioni italiane. Le nevi, su Alpi Occidentali e Pirenei in particolare, si sono tinte di colori rosati o giallastri. Un deposito rossiccio nella pioggia si è notato anche in Lunigiana, ma il fenomeno è stato meno intenso rispetto ad altre zone.
Facendo un passo indietro, anche mercoledì 3 i pluviometri avevano raccolto discreti apporti, dal mare ai colli e fino ai monti più alti stanti le miti temperature. All’approssimarsi del peggioramento già descritto del fine settimana e dell’inizio di quella in corso, invece, una fitta nebbia si era presentata, sabato mattina, all’affaccio alla finestra nell’ora del risveglio e persistendo, nelle zone più basse, fino alle ore 10-11.
Qualche schiarita, del tutto effimera e temporanea, oltre a martedì 2, si è fatta faticosamente strada tra nembostrati, strati, stratocumuli – e non poche altre nubi secondo la classificazione di Luke Howard prima e della Organizzazione Meteorologica Mondiale poi – nella giornata di lunedì 8.
Fra domenica sera e la notte di lunedì, mercé un respiro appena più fresco, un poco di neve fresca si è rinnovata oltre quota 1100-1200, per poi tornare a cadere più in alto, oltre i 1400-1500 metri, tra lunedì sera e la notte di martedì. Quest’ultimo transito frontale ha aggiunto al conto di febbraio altri 20-30 mm abbastanza diffusi; la stagione invernale, di conseguenza, arrotonda il già cospicuo suo bottino avendo superato un totale di precipitazioni di rilievo, pur non prossimo ai primati noti.
A Pontremoli, dal 1° dicembre, sono scesi fino al 9 febbraio, 874,6 mm. Furono molti di più nella straordinaria, bagnatissima e abominevole invernata del 2013-14: 1296,6 mm! Al secondo posto, un inverno più lontano nel tempo, quello del 1935-36, che chiuse il conto a 1132,6 mm. Segue in terza posizione il trimestre dic1976-gen+feb1977 con i suoi 1076,8 mm. Per ora, quando mancano 19 giorni al termine di febbraio e dell’inverno inteso come trimestre meteorologico, precedono il 2020-21 anche le stagioni 1959-60, 1950-51, 2008-09 e 2009-10 (tutte comprese, in ordine decrescente, fra 970 e 890 mm), mentre quella del 1954-55 è stata superata proprio con le piogge della notte tra lunedì e martedì.
Da parte nostra, si fa il tifo affinché il 2020-21 resti all’ottavo posto senza strafare: gli si può concedere giusto una nevicata al piano!
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni