Il Carnevale nel tempo del Covid-19

Una festa antica

Gruppo di “pinguini” al Carnevale di Villafranca (foto Massimo Pasquali)

Ogni giorno del calendario celebra i suoi Santi e le sue ricorrenze: così ogni città, ogni paese, ogni borgo, anche il più sperduto, rendono onore a questo o a quel patrono oppure respirano il clima gioioso di una festa; anche il Carnevale è una festa! Una festa mobile, che si celebra nei Paesi di tradizione cattolica, molto attesa e amata da piccoli e grandi. Nella sua prima ispirazione esso era un’infrazione legittima per cui la società, per un tempo ben definito, si concedeva un “riposo” che includeva strappi alle abitudini quotidiane e persino alle leggi. Col passare del tempo, l’antica festa aveva perduto smalto e fascino tanto che, nel primo dopoguerra era stato il cardinale Lercaro di Bologna a riprendere la tradizione soprattutto per i bambini, protagonisti della gioia, della spensieratezza, del gioco fatto di maschere, travestimenti e coloratissimi coriandoli.
Una finzione che cambiava le parti e le regole di una società ferma e solida. Con i suoi valori, i suoi punti di riferimento, la sua voglia di buttare l’occhio oltre il presente. La “caricatura” del Carnevale aveva lo scopo del sano, giusto divertimento, di esaltare una variante di distrazione passeggera evadendo da una vita minuziosamente codificata ed in cui tutto era definito con chiarezza: rapporti sociali, affetti, relazioni interpersonali, costume, cultura, religione. E oggi? Oggi tutto è diverso. La nostra esistenza sembra divenuta un Carnevale perenne. Evitiamo di fare del moralismo, che pure non sarebbe fuori luogo, e atteniamoci ai fatti. I quali, quando diventano pubblici, sono anche fatti nostri per cui un giudizio possiamo permetterci di darlo.

Carnevale ad Arpiola di Mulazzo

La gestione del Covid 19, la confusione nelle scuole, l’economia sottoterra, l’incoerenza di chi ci governa evidenziano, anche ai più distratti, la strutturale anomalia del sistema politico italiano, davvero “l’assenza del centro”. Siamo liberi e la nostra libertà si specchia nell’insicurezza dell’altro. Liberi e imprevedibili, per cui non diamo certezze. I rapporti, anche quelli familiari, sono sempre più transitori e la lotta per emergere in questo regno dell’apparenza, del carnevalesco è faticosa, logorante e continua. Nelle settimane forzate del lockdown abbiamo sofferto molte privazioni inglobati in un’emergenza che non ha risparmiato nessuno, ma forse le nostre riflessioni non sono bastate a farci comprendere che l’esercizio della libertà richiede impegno, fatica e verità. Valori che dovremmo calare quotidianamente nelle nostre scelte.
Quest’anno le norme antipandemia vieteranno eventi carnascialeschi, del resto le mascherine fanno parte, ormai, del nostro abbigliamento. Le abbiamo ovunque: nel portaoggetti dell’auto, nelle tasche interne delle giacche e delle borse e un giorno, che speriamo, non lontano, le strofineremo accartocciate fra le mani respirando aria nuova con ideali grandi per cui vivere. La nostra esistenza non è un Carnevale senza scadenza. La vita è dono che impegna, che dà gratificazioni. Ma non si può viverla da “dilettanti”, inesperti e superficiali.
Diamo il benvenuto al Carnevale 2021, anche se avrà modalità alquanto diverse da quelli passati, mangiamo “chiacchiere e leccornie” scordando per un giorno colesterolo e affini. Ma restiamo nella vita vera e reale che richiede scelte coraggiose. Per noi e per gli altri.

Ivana Fornesi