Molte le responsabilità a danno delle nuove generazioni

I primi venti anni del terzo Millennio hanno deluso gli entusiasmi che lo avevano inaugurato

44giovaniSiamo prossimi allo scambio di auguri di buon Natale e buon Anno, ma questa volta senza spinta gioiosa, senza progetti. Chi ha più di vent’anni si ricorda – dopo le attese di pace e di libertà gridate con sincera fiducia dalla generazione dei John Lennon – che il nuovo secolo e il nuovo millennio furono festeggiati alla grande; entrare nel Duemila era inteso come una palingenesi, un tempo nuovo e globale di felicità, di aperture culturali, come un’attesa messianica, un fermento che si definisce appunto millenarismo.
Una fine di millennio ben diversa, per non dire opposta, era stata quella attesa per l’anno Mille secondo gli storici dell’Otto e parte del Novecento, che si dichiararono convinti che gli uomini attesero con terrore il compimento del primo millennio ritenendo che si stesse avvicinando la fine del mondo, diffusero la “leggenda dell’anno Mille”. L’apocalisse non venne, anzi gli uomini posero fine alle loro angosce e, dopo secoli di invasioni e stragi, venne “una nuova primavera del mondo”; era come se il mondo si spogliasse della sua vecchiezza, scriveva sul momento Rodolfo il Glabro monaco a Cluny.
Con prospettive di “magnifiche sorti progressive” abbiamo vissuto il momento epocale del passaggio alla mezzanotte del 31 dicembre 1999. Trascorso un quinto del nuovo secolo il bilancio pende pesantemente sul negativo. I problemi non sono stati risolti, anzi si sono aggravati e ne sono sorti nuovi e gravi: dall’assalto terroristico del 2001 a New York è un lungo elenco di altri assalti fomentati da odio politico, religioso, tribale e razzistico. Il mondo è pieno di “guerre a bassa intensità”, espressione ipocrita e feroce che nasconde interessi economici e di potere, perseguiti a costo di morte e persecuzione di innocenti.
Migranti, profughi, perseguitati per il colore della pelle, moltissime donne uccise da chi “prima” le aveva forse amate, poveri assoluti o quasi sono l’infinita moltitudine di persone che ogni giorno versano sangue e lacrime per mare e per terra. Soprattutto questo abbiamo incontrato nel nuovo millennio, insieme alla crisi economica del 2008 da cui l’Italia non si è ripresa.
Ne sono responsabili uomini del potere politico ed economico ma anche singole persone diventate più egoiste, indifferenti o prive di freni della coscienza morale, credenti e non credenti. Le persone sono anche responsabili della devastazione dell’ambiente naturale con azioni forsennate che si stanno ritorcendo contro tutti: ne è una prova angosciante e globale la pandemia in cui siamo precipitati. Non è il caso di fare “prediche inutili”e va ricordato che c’è anche il bene , ma è necessario che ognuno, per quel che può fare, assuma comportamenti consapevoli. è responsabilità urgente verso i giovani, tenuti fuori dai centri dove si decide il loro futuro. Il loro impegno, si chiami Greta o Sardine o il giovane-vecchio papa Francesco, va ammirato. “La vita ch’è una cosa bella, non è la vita passata, ma la futura”: con questa speranza firmata Leopardi apriamo i nuovi almanacchi

Maria Luisa Simoncelli