Inverno: un avvio depressionario

47meteoL’inverno è appena iniziato e si è appena conclusa la prima settimana di dicembre e già i pluviometri debordano e richiedono continue misure per aggiornare il conto dei mm caduti. La fase di tempo perturbato inauguratasi, con un primo transito frontale, proprio l’1-2 dicembre, e divenuta vieppiù acuta ed estesa a quasi tutte le regioni dello Stivale dal 4 in poi dopo la relativa pausa del 3, ha visto scavarsi un profondo minimo barico tra il Mar Ligure e il Mar Tirreno la sera del 4, quando le raffiche di ‘ostro’ hanno superato i 70-80 km/h nelle valli e i 100 km/h sui rilievi montuosi.
Il maltempo ha sferzato senza riguardo da Nord a Sud, portando piogge alluvionali, vento forte, nevicate copiose, temporali e rovesci di grandine a più riprese. Un primo, sensibile calo della temperatura, mercoledì 2, aveva imbiancato con i primi fiocchi anche qualche località di pianura o, quanto meno, recato la prima sottile coltre sulle plaghe collinari.
47meteo_tabellaNell’occasione, una tramontana piuttosto rigida, degna di aprire il trimestre invernale, si era destata l’1 e intensificata il 2, Santa Bibiana, data famosa per il proverbio che vuole perdurare il tempo di tale giorno “per quaranta dì e una settimana”. Una prova statistica non l’abbiamo mai eseguita, con la dovuta precisazione che i 47 giorni si devono intendere come di prevalente tempo perturbato/instabile senza pretendere che ne salti neppure uno! Di vero, si può dire che il 2 dicembre è alquanto allergico alla neve a quote basse, al punto che, laddove una spolverata la si è vista, ciò non accadeva da decenni e decenni e persino da 150 anni! Ai primi di dicembre, infatti, dopo un eventuale soprassalto di anticipo di inverno a fine novembre, non è infrequente che le condizioni atmosferiche si rivelino più miti.
Quest’anno, la stagione ha voluto comportarsi diversamente e dicembre si è aperto con grande travaglio, così come era capitato in ottobre, e al tempo perturbato, ovviamente, si è aggiunto il livello termico più basso di dicembre rispetto a quello di metà autunno. L’aria affluita da sud, ad un certo punto, ha relegato la neve a quote più elevate, specie sulle Venezie e al Centro, mentre al NW la quota neve si è mantenuta quasi sempre più bassa e talora fino alle pianure piemontesi.
Le alte vallate alpine oltre i 1500 m, specie quelle più interne e meno esposte al respiro mite dei venti meridionali, hanno visto scendere una immensa quantità di fiocchi dal cielo, talora accompagnati da temporali, che hanno accentuato l’intensità delle nevicate.
Sul nostro Appennino, neve e pioggia si sono alternate, andando poi ad ingrossare fiumi e torrenti. Tuoni e saette hanno illuminato il cielo oscuro con una frequenza insolita per dicembre, e la grandine e il graupel si sono ogni tanto mescolati alla pioggia. Dall’inizio del mese caduti quasi 180 mm a Pontremoli, 150 a Villafranca e 240 a Gragnola. Sul settore più orientale del tratto appenninico lunigianese e alle pendici delle Alpi Apuane, il conto delle precipitazioni supera già i 350 mm e nelle stazioni più alte persino i 400 mm.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni