Uno sguardo nuovo sulla immigrazione

Varato il decreto legge che smonta il cavallo di battaglia del governo giallo-verde

31migranti“Finalmente siamo arrivati a modifiche che vanno nella direzione di una continuità rispetto alla situazione precedente ai decreti sicurezza. L’auspicio è di avere ora uno sguardo d’insieme con una prospettiva sul futuro. Piuttosto che continuare a mettere piccole pezze è il momento di rivedere nel complesso la legge Bossi-Fini, che ha un impianto vecchio di 20 anni”.
È il commento al Sir di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, il servizio dei gesuiti per i rifugiati con sede a Roma, a proposito delle modifiche ai cosiddetti “decreti sicurezza”, approvate la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. Questi cambiamenti non cancellano, però, “il rammarico di aver visto, in questi due anni, la sofferenza di molte persone che, dopo aver già sofferto nei loro Paesi e durante il viaggio, hanno trovato ostacoli veri e difficoltà d’ingresso in Italia”.
Per questo motivo “ora spetta al Parlamento compiere un atto coraggioso, affrontando il tema immigrazione, compreso il diritto d’asilo, nella sua globalità”. Padre Ripamonti invita a guardare verso il futuro introducendo cambiamenti significativi, anche prendendo in considerazione le tante proposte di legge depositate come quella della campagna ‘Ero straniero’”.
La bandiera ideologica del governo giallo-verde – i decreti Salvini – è così stata superata dal nuovo provvedimento varato dal Consiglio dei ministri in materia prevalentemente migratoria ma anche, come si legge nel titolo del decreto-legge, di prevenzione e di sicurezza. Nelle nuove norme – spiega il comunicato ufficiale di Palazzo Chigi – si prevede il divieto di espulsione e di respingimento nel caso in cui la persona straniera corra il rischio di essere sottoposta a “trattamenti inumani e degradanti” e di veder violato il “diritto al rispetto della sua vita privata e familiare”.
Un altro punto importante è l’ampliamento delle possibilità di convertire in permessi di lavoro quelli rilasciati per altre motivazioni. Si aggiungono infatti le categorie di “protezione speciale, calamità, residenza elettiva, acquisto della cittadinanza o dello stato di apolide, attività sportiva, lavoro di tipo artistico, motivi religiosi e assistenza ai minori”.
Altro aspetto rilevante è la creazione di un nuovo “Sistema di accoglienza e integrazione” che per certi versi è paragonabile a quel sistema di accoglienza diffusa noto come Sprar, abolito dai precedenti decreti nonostante si fosse rivelato in concreto la risposta più efficace sul piano sociale e organizzativo.
Cancellate le multe abnormi e la possibilità di confisca della nave, sanzioni amministrative che sembravano mirate a colpire proprio le ong. Le misure di ordine pubblico tengono conto di alcuni gravissimi fatti di cronaca, come l’assassinio di Willy a Colleferro. Viene rafforzato il cosiddetto “Daspo urbano” e si inaspriscono le pene per i soggetti coinvolti in risse.