A Pontevecchio per svelare i misteri delle statue stele

Al via la terza campagna di scavi archeologici nel sito dove nel 1905 ne erano state trovate nove

28Pontevecchio1C’è molta attesa per la terza campagna di scavi archeologici che inizierà nei prossimi giorni a Pontevecchio, curata dal dott. Angelo Ghiretti, direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi e le aspettative sono alte, non tanto per la speranza di trovare nuovi reperti, quanto per le informazioni che la terra potrebbe restituire. “È vero – ci spiega l’archeologo che, meteo permettendo, intende avviare gli scavi entro la fine del mese di ottobre – perché Pontevecchio è il sito più importante tra quelli scoperti in duecento anni di studi sulle statue stele. Un sito che dai primissimi anni del Novecento non era più stato individuato con precisione e che invece con le campagne di scavo dei due anni precedenti abbiamo ritrovato e che con quest’ultima potremo studiare compiutamente”.

Con il reperto di Levanto si allarga
il territorio del “popolo dei menhir”

Un primo piano della statua stele rinvenuta a Levanto
Un primo piano della statua stele rinvenuta a Levanto

Il recente ritrovamento di un frammento di testa di stele a Levanto allarga i confini dell’area interessata da questo straordinario fenomeno della preistoria. Non corrono più nell’alta Val di Vara (dove venne trovata la stele di Zignago) e alla Spezia (i reperti rinvenuti durante la costruzione dell’Arsenale), bensì sull’estremo confine occidentale della Lunigiana Storica.
“Sì, siamo oltre le Cinque Terre – ci dice il dott. Angelo Ghiretti – ma ancora all’interno del territorio dell’antica diocesi di Luni che se è arrivata a comprendere anche quei territori è perché probabilmente ha seguito quelli che erano i confini naturali che in qualche misura potevano corrispondere a quelli più antichi di millenni”.

Il direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi, Angelo Ghiretti, e Aurora Cagnana, ispettrice della Soprintendenza Archeologica della Liguria, mostrano la statua stele ritrovata a Levanto
Il direttore del Museo delle Statue Stele Lunigianesi, Angelo Ghiretti, e Aurora Cagnana, ispettrice della Soprintendenza Archeologica della Liguria, mostrano la statua stele ritrovata a Levanto

Dunque nei primi secoli della Cristianità tracciando i confini della Dioecesis Lunensis sono stati ripercorsi quegli stessi in uso dalle popolazioni preistoriche e che oggi conosciamo come Lunigiana Storica. Questo ha una conseguenza immediata: allargando così tanto il territorio dove viveva il “popolo delle statue stele” è possibile che la stele di Zignago non sia un caso isolato e che altri reperti possano venire alla luce nel territorio ligure ad iniziare dalla Val di Vara?
“Non si può rispondere con certezza – spiega l’archeologo – certo si tratta di un territorio in gran parte da studiare. Lo stesso ultimo reperto di Levanto è stato trovato a poche decine di metri da un insediamento datato all’Età del Bronzo, quello di Monte delle Forche. Ora che è venuta alla luce la testa della statua stele, infatti, quel sito scavato nel 1995 dall’Iscum di Genova va visto sotto una luce e un interesse diversi e nuove indagini sarebbero auspicabili”.
Ghiretti aggiunge infatti che in origine la stele doveva essere collocata insieme ad altre, probabilmente in un vero e proprio allineamento, all’interno di un’area cerimoniale in uso già nel III millennio a.C., dunque in epoche precedenti quella della fine dell’Età del Bronzo.

(p. biss.)

 

Una delle stele rinvenute a Pontevecchio nel 1905
Una delle stele rinvenute a Pontevecchio nel 1905

Ritrovate nel 1905 dalla gente del luogo durante lavori nel castagneto da frutto e trasportate alla Spezia quattro anni dopo, le statue stele di Pontevecchio rappresentano un unicum: nove menhir perfettamente allineati in quello che era un punto strategico lungo i percorsi preistorici della Lunigiana orientale. Un’area che, due anni fa, stava per essere sconvolta da lavori di captazione delle sorgenti del torrente che scorre a pochi metri dal sito: l’intervento di Ghiretti nei confronti delle autorità era stato determinante per fermare opere che avrebbero fatto perdere per sempre una delle aree archeologiche più importanti non solo della Lunigiana.
Ma anche una delle più misteriose; così, ottenuto un finanziamento dal Parco Regionale delle Alpi Apuane, Ghiretti nel 2018 aveva avviato un primo scavo, seguito dal secondo lo scorso anno: una vera e propria “campagna” in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Toscana e che verrà quest’anno, ancora una volta, finanziata dal Parco. Seguirà poi la pubblicazione di una monografia nella quale saranno presentati i risultati che già ora si annunciano di grande interesse.
“Dobbiamo concludere questa stagione di scavi archeologici – continua Ghiretti – per studiare direttamente i punti dove le statue stele erano infisse nel terreno. I primi risultati scaturiti dalle analisi al carbonio 14 già ci permettono di retrodatare alla seconda metà del IV millennio a.C. l’area cerimoniale dove erano i menhir, qui collocati lungo quello che era un passaggio obbligato delle percorrenze preistoriche”. Una vera e propria “area cultuale”, posta in un punto di passaggio, dalla quale ci si aspetta ancora molte informazioni che potranno contribuire a svelare alcuni dei misteri che ancora avvolgono le statue stele.
“Ci aspettiamo ancora molti risultati – spiega il direttore del Museo – non tanto di trovare altri reperti bensì di riuscire a capire quali tipi di riti si tenessero qui. Probabilmente si trattava di un cerimoniale funerario molto complesso che si svolgeva in più luoghi, diversi e anche distanti tra loro: è ipotizzabile che nell’area ci fosse un vero e proprio itinerario nel quale Pontevecchio era una tappa, forse quella iniziale mentre quella conclusiva poteva trovarsi in una grotta dove venivano deposte le ceneri”.
Non lontano da Pontevecchio si trova la tecchia di Tenerano, sito archeologico di sicuro interesse che nel passato ha restituito reperti compatibili con questa funzione: poteva essere un altra tappa dell’itinerario nel quale si svolgeva il cerimoniale? Interrogativi ai quali si spera che le informazioni che dovessero scaturire dallo scavo che sta per iniziare possano dare un risposta.

Paolo Bissoli