Fivizzano: salvare le frazioni dal degrado

Troppi borghi “fantasma” nel territorio comunale. Una possibilità può venire dal “lavoro remoto”, idea lanciata in campagna elettorale dal sindaco Giannetti ma che per ora non ha preso il via. Una riflessione che chiama in causa anche le sedi scolastiche il cui “accentramento” rischia di amplificare il problema.

La frazione fivizzanese di Magliano
La frazione fivizzanese di Magliano

Sembra di vivere in paesi fantasma. Gli abitanti delle numerose frazioni del Comune di Fivizzano, quei pochi rimasti, in gran parte anziani, se ne stanno chiusi in casa per timore del contagio e se capita per qualche motivo di attraversarle non è raro che non si incontri neppure una persona. Se poi si dà un’occhiata all’ambiente circostante e si vedono campi incolti si viene presi dalla tristezza. Potranno essere salvate dal completo degrado? Non sarà facile, anche se in fase di campagna elettorale il sindaco Gianluigi Giannetti aveva lanciato l’idea di un progetto decennale di ripopolamento basato sul lavoro remoto, che non ha ancora preso il via. Le condizioni ci sono, in termini di opportunità e di servizi: case libere di ogni tipo, l’ospedale, i medici di famiglia, farmacie, scuole, monti, mare, autostrada raggiungibili in poco tempo. Carenze assai diffuse si riscontrano, invece, nei collegamenti per cellulari e per internet, ma pare che verranno colmate.

La facciata della scuola Primaria di Ceserano
La facciata della scuola Primaria di Ceserano

Le scuole, in particolare, sono funzionali alla distribuzione dei paesi nelle vallate del territorio: la Scuola dell’Infanzia è presente a San Terenzo Monti, a Soliera, a Fivizzano, a Monzone; la Scuola Primaria a Ceserano, col tempo pieno, a Fivizzano, a Monzone; la Scuola Secondaria di Primo grado a Monzone e a Fivizzano, dove, dopo il terremoto, è stata traslocata anche quella che aveva sede a Soliera, in una sezione a sé stante. Riteniamo che sia una corretta distribuzione, che va incontro alle esigenze della popolazione e che contribuisce a mantenere un po’ di vita in zone che sarebbero altrimenti completamente abbandonate. Un unico accentramento di tutti i plessi, sostenuto da alcuni, un tempo, e da qualcuno ancora oggi evocato e oggetto di critiche per non averlo fatto, come si è sentito anche in un recente Consiglio Comunale, avrebbe impoverito ulteriormente alcune zone e creato non pochi disagi. Il policentrismo dei servizi è stato da decenni un principio ritenuto da applicare anche in Lunigiana, proprio per la sua conformazione e per la distribuzione della popolazione.

Basti pensare alle “lotte” del tempo in cui si voleva accentrare il servizio ospedaliero ad Aulla, sottraendolo a Fivizzano e Pontremoli. Viene fatto di ritornare con la mente anche agli anni novanta del secolo scorso, quando le istituzioni, a Fivizzano, dovettero raggruppare, per il calo degli alunni, conseguente a quello delle nascite, le Scuole Elementari del Comune: erano ben 24 i plessi riuniti i due direzioni didattiche. La nuova organizzazione, basata su dibattute compensazioni, fu quella descritta sopra, dopo dure proteste, perché ogni paese voleva la sede. Lo stesso concetto di policentrismo, a nostro giudizio, dovrebbe essere perseguito anche per le scuole superiori, alle quali andrebbe dedicata una attenta e concorde riflessione fra tutti i comuni della Lunigiana, soprattutto per quelle fivizzanesi, alcune delle quali, pur di grande valore, sono in via di estinzione, mentre decine di studenti se ne vanno alla Spezia.

Andreino Fabiani   

Share This Post