Lunedì potevano riaprire i locali della ristorazione. Tanti lo hanno fatto, altri rinviano al fine settimana o a giugno. Con capienze dimezzate
Un settore strategico per la Lunigiana quello della ristorazione che prova a ripartire: da lunedì scorso, 18 maggio, osterie, trattorie e ristoranti potevano riaprire le porte dopo due mesi, ma non tutti lo hanno fatto. Anzi,in tanti hanno rinviato: da più parti si evidenzia incertezza sulle norme, sulla nuova organizzazione dei locali, ma anche sulle prospettive. Bisogna “far di conto”, confrontarsi con i tavoli da eliminare, con le maggiori spese e i minori ricavi. E in tanti si chiedono “ne vale la pena?”. Così alla domanda “riaprite?”, la risposta spesso è “per ora no!”. A Pontremoli è questo il caso della Osteria della Bietola, piccolo ma rinomato locale nella via omonima, nel cuore più cuore del centro storico. Traspare anche un po’ di pessimismo per il futuro, visto che gente in giro per il momento ce n’è davvero poca. Insomma, tutto rinviato. Dall’altra parte del lungo borgo cittadino, in via Pietro Cocchi, c’è l’Osteria della Luna: qui Mara e Luigi hanno riaperto già lunedì a pranzo e replicato la sera. “Abbiamo voluto aprire seguendo una vena di puro ottimismo, ma il primo giorno di coperti neanche uno”. Certo i clienti non mancheranno per una cucina tipica parmigiana offerta per un paio di settimane con il servizio di asporto (piatto più gettonato… la torta fritta!); ora il ristorante ha riaperto anche le sale: cartelli con le istruzioni sulla porta, gel per le mani all’ingresso e nei bagni, nuova apparecchiatura (tutto monouso e anche le posate dentro la bustina al riparo da ogni rischio), distanziamento a norma. “I tavoli persi? Ne avevamo 10 ne abbiamo eliminato 4. Poi vedremo all’esterno…”. Vigilia di riapertura invece per la Antica Trattoria Pelliccia in via Garibaldi, zona Porta Parma, uno dei locali di punta della ristorazione, a Pontremoli e non solo: “Ci stiamo organizzando per riaprire già in questo fine settimana – ci spiega lo chef Raffaello – intanto andiamo avanti con l’asporto: se poi qualche cliente viene pensando di portarsi a casa il cibo pronto e invece decide di fermarsi siamo ben contenti!”. Un’esperienza, quella dei cibi preparati per essere poi consumati a casa, che da “Pelliccia” giudicano molto positiva, con ottimi riscontri da parte dei clienti. Certo riorganizzare il locale secondo le nuove norme è penalizzante: “Siamo dovuti scendere da 26 a 12 tavoli, ma così è: speriamo almeno di riempire questi”. Sì, perché la sensazione è che fino a quando non riprenderanno almeno gli spostamenti tra le regioni difficilmente il settore potrà ripartire, almeno in un territorio di confine come la Lunigiana: sono tanti i clienti che arrivano da oltre Appennino o dalla Spezia e anche quelli che si fermano per una sosta gastronomica durante un viaggio. In mancanza di questa percentuale di commensali, il rischio di perdere la stagione c’è e sarebbe molto grave visto che le spese non si sono fermate.
A Bagnone le porte della Locanda la Lina sono chiuse, ma le prospettive ci sono. Non sono mai smesse le telefonate dei clienti più affezionati: per tutti la risposta è che per la nuova partenza bisogna aspettare ancora un paio di settimane: “Stiamo lavorando per riaprire all’inizio di giugno, abbiamo eliminato qualche tavolo all’interno ma li recupereremo all’esterno così da garantire alla nostra clientela spazi accoglienti anche all’aperto”. A Cravilla di Groppoli, lunedì, invece, dopo un lungo lavoro di preparazione, ha puntualmente riaperto l’Hotel La Pineta e con esso anche il ristorante, all’inizio per i soli ospiti dell’albergo ma l’intenzione è quella di riaprire a tutti già dal fine settimana o al più tardi da lunedì: “Noi problemi di spazio certo non ne abbiamo – ci spiega Fosco Uberti – quindi si tratta solo di applicare le norme e riorganizzare la disposizione dei tavoli”. Un locale molto frequentato anche perché tra i pochi in grado di accogliere grandi gruppi e comitive. Ad Aulla si è preso qualche giorno in più il Ristorante Pasquino, storico locale in pieno centro, dove hanno fissato la riapertura per giovedì 21 maggio. La nostra telefonata arriva dopo un lungo periodo senza squilli e mentre il personale è al lavoro per preparare le sale; il giudizio sul futuro è sospeso: “Lavoriamo molto anche con la clientela che viene da fuori e ancora per un po’ è tutto bloccato”, quindi l’inizio non sarà semplice anche perché sono circa la metà i tavoli persi per aumentare le distanze tra i commensali. “Passiamo da 80 a 40/45, però abbiamo chiesto di poter realizzare un dehors: appena avremo le autorizzazioni comunali apriremo anche uno spazio all’aperto”. Questo nostro breve escursus nella ristorazione lunigianese si conclude a Podenzana: la buona notizia è che i panigacci sono assicurati! Tra gli altri ristoranti specializzati anche La Gavarina d’Oro lunedì ha riaperto i battenti e riacceso il fuoco sotto i piccoli testi di terracotta; il locale è ampio, ma i tavoli persi sono tanti, con una capienza scesa da 220 a 70 posti, anche se qualcosa verrà recuperato all’aperto. Intanto, nel primo giorno, subito una ventina di coperti che proprio pochi non sono: “Soffriamo certamente la mancanza della numerosa clientela dello spezzino – ci dicono – e poi c’è da tenere conto che nelle tasche di tanta gente mancano anche i soldi o degli stipendi o della cassa integrazione. Comunque abbiamo fiducia: piano piano e con un po’ di buona volontà si riparte!”. Paolo Bissoli