Fedeli alle Messe: finisce un disagio che per le comunità è stato grande

20messa-distanziamentosociale-3Dopo un lungo travaglio e varie trattative tra la Presidenza del Consiglio e la Segreteria della Conferenza Episcopale Italiana, finalmente le chiese vengono aperte e le celebrazioni potranno di nuovo vedere la partecipazione dei fedeli. Una apertura graduale con tutti i limiti della situazione; ci saranno ancora sacrifici e difficoltà, ma ci si avvia a recuperare una fase di quasi normalità. La situazione è stata vissuta con grande sofferenza da parte di tutta quanta la Chiesa italiana.
Ci sono stati anche momenti di frizione tra la Cei e il governo perché ad un certo momento sembrava che le restrizioni dovessero andare avanti sine die. Poi si è trovato l’accordo. Da lunedì 18 maggio le chiese saranno aperte e per la festa dell’Ascensione le Messe saranno celebrate con la presenza del popolo di Dio. Non sono mancate le polemiche da parte di certi ambienti tradizionalisti che, nella chiusura delle chiese, hanno voluto vedere un atto di sottomissione al governo, una certa pavidità nell’accondiscendere alle richieste del Comitato tecnico scientifico che dettava le regole.
Si è voluto vedere una qualche limitazione alla libertà di culto. Era inevitabile che ci fossero polemiche, soprattutto da parte di chi non vede di buon occhio la pastorale di Papa Francesco. È innegabile che il disagio delle comunità sia stato grande. Non poter partecipare alla celebrazione eucaristica è il sacrificio più grande che si possa chiedere ad un credente. Ma non si può neppure disconoscere la gravità della situazione. Quando ci sono in gioco le vite delle persone – e non era solo una ipotesi visto il numero degli infetti e dei deceduti – non si può andare alla leggera.
La solitudine dei sacerdoti nella celebrazione della messa quotidiana e domenicale è stata ben rappresentata visivamente dalle celebrazioni papali in S. Pietro. Il lungo digiuno eucaristico sta per finire. È stata una lunga quaresima dove ha campeggiato il Crocifisso, incarnato nelle celle delle nostre case come in un grande monastero senza confini.
Il lungo pellegrinaggio, però, non è ancora finito in quanto sono rinviate le Prime Comunioni e le Cresime. Così come non si sa ancora bene come riprendere le altre attività parrocchiali. Si è cercato di usare strumenti nuovi come le trasmissioni di Messe e celebrazioni on line per poter dare ai parrocchiani la vicinanza della presenza del Signore. In molte case si è pregato.
Ora bisogna non abbassare la guardia per non vanificare quanto faticosamente siamo riusciti a riconquistare. La prudenza è ancora necessaria in chiesa e fuori. (G.B.)