Sono numerose le testimonianze di attività a distanza dei gruppi giovanili e delle parrocchie
Stiamo proseguendo nella ricerca di testimonianze di come le varie comunità – siano esse parrocchie o associazioni – hanno cercato di rimediare al distacco fisico dei loro aderenti. In prevalenza ci siamo occupati dei giovani, ma nel riquadro c’è anche una testimonianza che esce dal settore specifico.
La prima risposta l’abbiamo avuta dalle catechiste dell’Unità pastorale di Montignoso, guidata da don Graziano Galeotti e don Patrizio Carolini e comprendente tre parrocchie: Santa Maria della Rosa, Santi Vito e Modesto e Sant’Eustachio Martire. La prima ha mantenuto i contatti con i genitori attraverso i vari gruppi WhatsApp, inviando riflessioni e preghiere sul tempo della Quaresima e poi della Pasqua, cercando di favorire momenti di preghiera in famiglia.
“La parrocchia pievania Santi Vito e Modesto – scrive Giuliana – ha pensato di continuare il cammino ‘osando’ incontri via Skype, cercando di coinvolgere anche le famiglie”. Sono stati anche proposti giochi, anagrammi, cruciverba e ogni giorno, prima del collegamento per la Messa, sono state inviate riflessioni e canti. Un incontro, in particolare, è stato dedicato alla Via Crucis dei bambini del 4 aprile tramite WhatsApp; lo stesso è avvenuto per una riflessione sulla vita e la testimonianza di Madre Teresa di Calcutta. Sant’Eustachio ha mantenuto il contatto attraverso l’invito a realizzare disegni con l’arcobaleno, alcuni dei quali sono stati affissi alla terrazza della canonica, altri alla chiesa del Cerreto.
Messaggi sono stati inviati dal parroco e i bambini, a loro volta, hanno interagito con messaggi vocali, video e foto delle palme esposte sul cancello e dei lumini accesi il Venerdì Santo. Il cammino quaresimale è stato poi riassunto in un cartellone che invitava a riscoprire il significato del Battesimo.
Parrocchia di S. Caprasio in Aulla:
far comunione, lenire le sofferenzeDi un “periodo stravolgente”, “che rischia di mettere in discussione il modo stesso di essere cristiani” scrive anche Sabrina della parrocchia di S. Caprasio in Aulla.
“All’inizio – spiega – ho vissuto con paura e timori l’impossibilità di andare alla messa e di poter effettuare incontri sulla Parola di Dio. Poi, nel prosieguo di questa ‘quarantena’ ho scoperto nuovamente il gusto della preghiera in una dimensione intima, un rapporto forte con Gesù”. Molto utile si è rivelata anche la possibilità di seguire la messa “on line”, una modalità che ha permesso di vivere anche le celebrazioni pasquali con un’intensità rinnovata.
“Un altro bellissimo appuntamento – aggiunge – è quello della recita di Compieta tramite Skype, organizzato da don Lucio, che ci permette di ritrovarci a livello inter-parrocchiale tutte le sere. È un momento di preghiera atteso e voluto che presuppone un atto di volontà di far comunione con gli altri della propria giornata, di lenire i dolori e le sofferenze che percorrono il nostro vivere quotidiano grazie alla guida del sacerdote”.
La speranza è che questo sia “un nuovo inizio da vivere in parrocchia, che ci rimanga l’autenticità dei rapporti di questo periodo, la voglia di inseguire Gesù e ritrovarci con gli altri che spero permanga nel dopo, traducendo questo bisogno anche in una nuova impostazione del modello della nostra società che deve ridare spazi e tempi all’essere cristiani come ad esempio la chiusura di tutte le attività commerciali la domenica”.
Il cammino annuale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi – intitolato “È la città giusta!” – è ambientato, appunto, nella città; una scelta che, alla luce di quanto sta avvenendo, appare quasi paradossale. Gioia Marrazzini e Paolo Turi, responsabili diocesani dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, assicurano, però, che “gli educatori della nostra diocesi non si sono lasciati abbattere ed hanno fatto emergere tutta la loro creatività per poter far sentire la vicinanza ai loro ragazzi!”.
Varie le iniziative avviate. È stato ideato un “inno della quarantena”, realizzato dall’ACRockBand, al cui videoclip hanno partecipato bambini e ragazzi dei vari gruppi; il titolo parla da sé: “A casa qui… con Te!”. “Sono stati creati dei video-tutorial – aggiungono – per costruire la “Città giusta… di carta!” tramite gli origami, accompagnando i ragazzi a riflettere su che cosa rappresentano i diversi luoghi per loro. Sono state proposte video-riflessioni sulle stazioni della Via Crucis, incentrate sul cambiamento avvenuto in ciascuno di noi a causa della diversa routine quotidiana”.
Tutto il video-materiale prodotto è stato messo online attraverso il canale YouTube dell’ACR della diocesi. Non è stata trascurata la partecipazione virtuale alla Via Crucis dei Ragazzi. Contatti giornalieri sono tenuti tramite gruppi WhatsApp, con proposte di quiz, indovinelli, foto, video, disegni. Una volta a settimana, i ragazzi si incontrano, tramite social, con gli educatori.
Tanti modi per rimarcare che “l’ACR, anche in questa situazione, non si ferma!”. E un impegno da parte degli educatori: che nessuno possa essere lasciato da solo, con la consapevolezza che, domani, l’incontro reale sarà ancora più bello.
Anche la Comunità Capi AGESCI Massa 2 si è mossa con modalità alternative per rimanere in contatto con i ragazzi: una settantina, dagli otto ai vent’anni.
“Abbiamo quindi deciso – ci fa sapere Giorgio Lazzarotti – di provare a costruire un sito web (https://www.massa2.it/), lanciandolo con una canzone prodotta da noi: un sito come luogo virtuale in cui incontrarsi senza la pressione delle chat. Un sito che quindi non vuole aggiungere richieste e compiti da fare, ma lasciare spazio alla curiosità e alla passione, con una modalità nuova, da scoprire e da esplorare nelle sue varie parti”.
L’idea è quella di una costruzione che proceda con il contributo di tutti: i ragazzi, registrandosi, possono immergersi nelle proposte lanciate dai capi, o farne delle proprie, con foto, video, musica, testi, riflessioni, preghiere, giochi, sorrisi. Scopo principale è quello di portare avanti la proposta educativa scout, ma si vuole anche provare a vedere questo periodo strano e stravagante come un tempo straordinario per crescere e per scoprire la bellezza delle relazioni.
“Un tempo – spiega – per guardarsi dentro e approfondire il nostro rapporto con noi stessi, con gli altri e con Gesù. Una via per continuare a sperare e dare colore a giornate che, altrimenti, rischiano di passare tutte grigie e uguali”. D’altra parte, “sorridere e cantare anche nelle difficoltà” è l’invito scritto nella Legge Scout. Sulla riuscita o meno solo il tempo ci dirà qualcosa.