
Procedono le indagini della Procura di Massa (17 indagati), ma sulla ricostruzione dell’arteria i tempi si prospettano lunghi (200 giorni per il provvisorio, 5 anni per il definitivo). E ci sono problemi da risolvere con urgenza: a partire da scuola e 118.

Ricostruire: è la parola più gettonata attorno all’impalcato crollato del ponte della Bettola, tra Caprigliola e Albiano, lo scorso 8 aprile. Non si tratta solo della ricostruzione fisica del manufatto, ma anche della ricostruzione della quotidianità delle popolazioni rivierasche e di quella delle responsabilità dell’accaduto. Sono tre capitoli di una vicenda che necessariamente si chiuderà tra molto tempo, quando sarà di nuovo transitabile un ponte che unisca questi due lembi di Toscana rimasti incuneati nel territorio ligure dai tempi del Granducato. Il lavoro di ricostruzione delle responsabilità da parte della Procura della Repubblica di Massa (indagine affidate alla p.m. Alessandra Conforti) sembra procedere speditamente, con l’iscrizione nel registro degli indagati di 17 persone. Saggiamente nessun nome è stato reso pubblico, essendo l’avviso di garanzia non una sentenza ma solo una notifica di indagini in corso a carico di un soggetto. Secondo alcuni quotidiani locali, la Procura ha chiesto anche al giudice delle indagini preliminari di effettuare un incidente probatorio per determinare la causa del crollo e di nominare un perito per delineare i profili di responsabilità. Disastro colposo e lesioni (riguardanti il corriere scampato al crollo e operato ad una vertebra) sono le ipotesi di reato più plausibili. Parallelamente procede l’inchiesta ispettiva voluta dalla Ministra delle Infrastrutture mentre anche al consiglio comunale di Aulla, riunito in via straordinaria la scorsa settimana, si è assistito ad “processo” politico sulle paventate – dall’opposizione – inerzie di sindaco e giunta nel segnalare il pericolo della situazione alla Bettola, con la difesa del primo cittadino Roberto Valettini che ha prodotto documenti e risposte ottenute. Non sono mancati momenti di forte tensione, in particolare con l’ex sindaca Silvia Magnani, ora sui banchi della minoranza e con il gruppo Idee in Comune.

Ma è la ricostruzione vera e propria del ponte che allarma di più cittadini, sindaci dei comuni dell’area e associazioni datoriali, intente a difendere gli interessi delle aziende delle aree industriali di Ceparana e Follo e del mondo portuale spezzino, per i quali il ponte rappresenta una vitale arteria alternativa alla precaria strada della Ripa. Anas ha presentato un progetto di ponte provvisorio da realizzare in 200 giorni. Troppi, per tutti: significherebbe arrivare a fine ottobre, una stagione in cui le acque del Magra potrebbero ulteriormente ritardare il cantiere. E per il ponte definitivo? Cinque anni. Da qui le rimostranze della politica spezzina e ligure, con l’assessore regionale alle infrastrutture Gianpedrone, il presidente della Provincia Peracchini, i membri leghisti di Parlamento e consiglio regionale ligure – anch’essi in passerella davanti ai ruderi, in tempi di distanziamento sociale e senza alcuna competenza operativa, al pari del presidente del consiglio regionale toscano Giani e dell’onorevole Ferri – pronti a proporre il “modello Genova” e le relative competenze per una ricostruzione sprint, stile Ponte Morandi: una procedura difficilmente replicabile stante la differente importanza delle due strade.

Ma nel groviglio di interessi e competenze determinato anche da antistorici confini amministrativi, è soprattutto la vita quotidiana delle persone a fare i conti con il ponte che non c’è più. Riaperte le Poste chiuse dalle misure anti-covid e concesso lo sconfinamento fuori regione, a Ceparana, per la spesa e le altre necessità, rimangono da sciogliere due nodi importanti. Il primo riguarda la sanità: la Croce Rossa di Albiano svolge servizio di 118 – anche nell’interesse di Montedivalli, frazione di Podenzana collocata in Val di Vara – ma con medico situato ad Aulla, da dove parte per le emergenze. La polemica sul mancato presidio medico albianese va avanti da anni, così come quella sulle ambulanze dirette a Pontremoli o Fivizzano e non nei più vicini nosocomi liguri: con la distruzione del ponte sono già partiti gli appelli all’Asl Toscana Nord-Ovest per risolvere con buon senso la situazione. Analogo problema sul fronte scolastico. La popolosa Albiano è dotata di asilo e scuola primaria, mentre per la scuola media, le frane sulle Lame e la scuola nei container nel capoluogo Aulla hanno portato per anni le famiglie a optare per le medie di Santo Stefano o Ceparana. Le preiscrizioni di gennaio, invece, segnalarono la scelta per il ritorno ad Aulla di molte famiglie, confortate dal nuovo plesso scolastico, per il prossimo settembre. Scelte, a questo punto, tutte da rivedere.
(Davide Tondani)