Brinate natalizie e di fine d’ anno

01meteoL’ultima decade di dicembre e dell’ anno volge al termine snocciolando in serie giornate di sole e di calma atmosferica che, come è d’uopo in questa stagione, sono corte, gelide al mattino e subito dopo il tramonto per tutta la sera e la notte successiva. Un bel capovolgimento di fronte dopo il tempo oscuro, piovoso, non freddo che aveva dominato (salvo la parentesi invernale di S. Lucia) fino al solstizio.
Una desiderata e benefica corrente favonica recava, il 23, condizioni miti e asciutte mettendo fine allo strapotere di umida schiatta autunnale. La perturbazione della notte del 22 aveva riportato una spolverata di neve oltre quota 1200 m, ben presto sparita lasciando spoglio il crinale appenninico. 7Altra bella giornata si rivelava il martedì di Vigilia, nebbie di fondovalle a parte.
Nel prosieguo, la serenità del cielo e le frequenti calme (interrotte solo, specie a Pontremoli, da brevi incursioni di leggera tramontana) consentivano la formazione quotidiana di brinate sempre più bianche, copiose e persistenti lungo il dì al calare delle temperature.
01meteo_tabellaLa tabella dei dati, infatti, mostra la graduale diminuzione delle temperature minime, all’inizio della scorsa settimana attestate intorno a 0°C e poi scese fino a -4/-5°C. Il calo nei valori massimi si è notato subito rispetto ai tepori del 23, poi si sono assestati sugli 11-12°C.
L’escursione termica, poco pronunciata nella fase di cielo coperto e di continue precipitazioni precedente, si è man mano ampliata: il nuovo regime meteo ha fatto scendere le minime sotto la norma, mentre le massime sono rimaste superiori mancando un vero e proprio afflusso di aria fredda.
I rilievi montuosi hanno sperimentato un assetto termico più favorevole rispetto alle valli che, al contrario, sono tuttora alle prese con il freddo ‘nostrano’ da inversione, non avvettato – cioè trasportato – bensì prodotto in loco. L’afflusso da NE del 28 ha interessato le regioni centro-meridionali lasciando ai margini il NW e quasi tutto l’Appennino Settentrionale; solo sul suo tratto estremo a SE fra Toscana, Romagna, Umbria e Marche (il limite si trova al Passo di Bocca Trabaria), l’avvezione si è fatta sentire con un più significativo calo termico in montagna che, nei giorni successivi, si è trasmesso meglio nelle valli.
Via via che i termometri, rispetto alle prime due decadi del mese, sono andati registrando temperature un po’ più basse (specie nelle valli e nei valori minimi, come detto), il dicembre 2019 ha perso posizioni in classifica quanto a mitezza: arrivato a insidiare il record del dicembre 2006 prima di Natale, si è visto retrocedere al secondo posto pari merito con il 2015 a S. Stefano per poi cercare di difendere strenuamente almeno il podio insieme al dicembre 2014.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni