La complessa storia delle strutture sanitarie della valle del Lucido

Risale al 1991 la ristrutturazione del vecchio Ospedaletto di Monzone, oggi sede della Pubblica Assistenza

La vecchia sede dell'Ospedaletto di Monzone che attualmente ospita la Pubblica Assistenza della Valle del Lucido
La vecchia sede dell’Ospedaletto di Monzone che attualmente ospita la Pubblica Assistenza della Valle del Lucido

Il recupero casuale di un articolo di un quotidiano che, nella cronaca locale del 21 maggio 1991, riportava la notizia dell’inaugurazione e della riapertura del ristrutturato “Ospedaletto” di Monzone sotto il titolo: “Riapre il vecchio Ospedaletto: sarà la sede del distretto Usl”, ha riacceso, ma con toni sommessi, un’antica discussione di carattere geopolitico, per non dire campanilistico, anche se, ormai, solo accademica. Le decisioni istituzionali, infatti,ormai sono state prese a favore della collocazione della Casa della Salute a Gragnola. A Monzone, in quel lontano 1991, al taglio del nastro erano presenti il presidente della Provincia Amedeo Boiardi, il sindaco di Fivizzano Sandro Bondi, il presidente dell’Usl – così allora si chiamava – Armando Bianchi. I lavori di ristrutturazione dell’edificio furono eseguiti grazie a due finanziamenti di complessivi 156 milioni di lire, di cui 60 dall’USL, ottenuti uno dall’amministrazione PSI-PCI, con sindaco Amedeo Boiardi, l’altro dalla giunta DC-PCI, con sindaco Giancarlo Fanfani. L’Ospedaletto era stato costruito all’indomani del terremoto del 1920 per volontà ed iniziativa della Regina Elena e grazie alle “donazioni di denaro dai connazionali d’America, dei marmi dalle aziende Walton, Figaia, Dell’Amico, del terreno dalla famiglia Giannetti”, come si legge in una lapide affissa all’esterno dell’edificio, datata 16 giugno 1922, giorno dell’inaugurazione.

Foto di gruppo della Pubblica assistenza della Valle del Lucido
Foto di gruppo della Pubblica assistenza della Valle del Lucido

Era un dono alla popolazione e doveva assolvere alla funzione di punto di primo soccorso per tutti gli abitanti della vallata del Lucido e, in particolare, per i lavoratori delle cave, soggetti a frequenti infortuni. A questo fine lì era stato posto l’ambulatorio del medico condotto – chi, della zona, non ricorda il dottor Schiaffino o il dottor Marini? – coadiuvato per decenni da suor Giuseppina Simoncini (1879-1972) di Pallerone, alla cui generosità e dedizione per il prossimo, nel 2002, è stata dedicata dalla Pubblica Assistenza una lapide sulla facciata di quella che ora è la sua sede, ma che avrebbe dovuto essere quella del “distretto sanitario” o, meglio, del sub- distretto, come da corretta dicitura approvata nel Comitato di gestione dell’USL e dall’assemblea della Comunità Montana del tempo. L’edificio, dalle pareti assai alte, fu suddiviso in due piani con progetto del compianto geom. Pietro Bombardi ed ebbe una suddivisione interna, suggerita e voluta dagli Uffici della Regione Toscana, adatta ad ospitare i servizi (per i medici di base, per il pediatra, per l’assistente sociale…) nei giorni fissati dall’Usl. Il sub-distretto, che si può paragonare alle attuali Case della Salute, rappresentava un vero e proprio decentramento dei servizi ambulatoriali prestati, come avviene ora, dal Distretto collocato all’interno dell’ospedale di Fivizzano. Il sindaco Bondi, nel suo intervento, aveva rimarcato che “l’Ospedaletto era il segno della sensibilità delle Amministrazioni ai problemi socio-sanitari”. L’importanza della struttura, in un territorio con gravi problemi di viabilità, era sottolineata anche dal presidente dell’AVIS di Fivizzano Beppino Simonelli. Presidente della Pubblica Assistenza della Valle del Lucido era Silvano Bonotto, che in quella occasione tenne a battesimo una nuova ambulanza. Il progetto non ebbe seguito: cambi di amministrazioni, nuove leggi socio-sanitarie, soppressioni di enti, qualche disinteresse o interessi proiettati altrove…. L’Ospedaletto è diventato sede della Pubblica Assistenza, che recentemente ha dovuto far fronte anche a contenziosi non da poco con l’ASL, per conservarla. La Casa della Salute sarà collocata a Gragnola, dopo la costosa ristrutturazione del piano terra delle vecchie scuole. Ha vinto la geopolitica con scuole a Monzone e la sede socio-sanitaria a Gragnola? L’unica cosa importante è che nella vallata ci siano i servizi. C’è, però, anche chi sostiene la necessità di una seconda Casa della Salute nel Fivizzanese, considerata la complessità del territorio. Non rimane che aspettare le decisioni, che, prima arrivano, meglio è.

Andreino Fabiani