
Il romanzo di Alessia Gazzola si aggiudica la 67a edizione del Premio

“Un ladro gentiluomo” si è portato via il Premio Bancarella. Ma niente paura, nessun epigono di Arsenio Lupin ha trafugato il San Giovanni di Dio, assegnato al vincitore, semplicemente è questo il titolo del romanzo di Alessia Gazzola, edito da Longanesi, che ha vinto. Forse non si può parlare di un successo annunciato, ma certo il libro della giovane scrittrice siciliana (di Messina, classe 1982) partiva con i gradi di grande favorito della vigilia. Merito di un romanzo che narra le vicende dell’aspirante medico legale Alice Allievi, che si improvvisa, con ottimi risultati, detective. Una serie di avventure di grandissimo successo, che hanno trovato anche una trasposizione televisiva con la fiction “L’allieva” con Alessandra Mastronardi nel ruolo della protagonista. Un cammino ricco di successo ma che la Gazzola sembra voler interrompere dopo aver annunciato, alla vigilia dell’uscita del libro, che proprio “Un ladro gentiluomo” sarà l’ultimo della serie. Sul palco del Bancarella, allestito in piazza della Repubblica, però, l’autrice non è stata così categorica: “Ora ho voglia di fare cose nuove, ha dichiarato; certo se Alice dovesse mancarmi non avrei problemi a riprendere in mano il filo del discorso. Ma non voglio scrivere un romanzo tanto per farlo”. Ed invece, tornando all’ottavo e ultimo romanzo della serie Allievi, ha spiegato: “Ho voluto riadattare con la mia chiave di lettura un classico della letteratura gialla, quella del furto di gioielli. E poi volevo far combinare un bel casino ad Alice per metterla nei pasticci e costringerla a rimediare. E così è proprio lei a consegnare inconsapevolmente, affascinata dalla parlantina del ladro gentiluomo, i preziosi al malvivente e da lì nasce una caccia all’uomo ricca di colpi di scena”.

Una trama avvincente, che ha convinto anche i librai del Premio Bancarella che hanno sancito la vittoria della Gazzola con ben 149 voti. A seguire Marco Scardigli con “Évelyne. Il mistero della donna francese” (Interlinea), 88 voti; a chiudere il podio Marino Magliani con “Prima che te lo dicano altri” (Chiarelettere), con 68 preferenze. Poi, a seguire, Giampaolo Simi con “Come una famiglia” (Sellerio), 66 voti, Tony Laudadio con “Preludio a un bacio” (NN editore), 57 preferenze ed infine Elisabetta Cametti con “Dove il destino non muore” (Cairo) con 49 voti. I sei finalisti hanno presentato i loro libri durante l’abituale tavola rotonda che si tiene in attesa dello spoglio dei voti da parte del notaio: un dibattito condotto con eleganza e simpatia da Gioia Marzocchi, conduttrice romana ma con forti origini pontremolesi, precisamente di Succisa, che ha ricordato le estati passate nella frazione assieme al nonno Santino Marzocchi. Sul palco presente anche Sara Rattaro (vincitrice del Bancarella nel 2015) come presidente del Premio. I

nevitabile sottolineare, ancora una volta, come questa formula prolissa rischi di risultare un po’ pesante per il pubblico presente, molto numeroso anche quest’anno. Così come appare difficile comprendere la decisione di tornare ad effettuare la lettura di tutte le schede (più di 160, per quasi un’ora di durata) invece di procedere, così come fatto l’anno passato e la sera prima per il Bancarella Sport, con lo spoglio “silente”, mentre la manifestazione procede, ed effettuare la lettura pubblica solo per gli ultimi voti. Nel corso della serata non poteva mancare un momento dedicato a due vincitori del premio Bancarella recentemente scomparsi, due importanti figure di scrittori ed intellettuali: Andrea Camilleri (vincitore nel 2001 con “La gita a Tindari) e Luciano De Crescenzo (vincitore nel 1984 con “Storia della filosofia greca – I Presocratici”). Il loro ricordo è stato tracciato dal segretario del Premio, Giuseppe Benelli, e ribadito anche dal sindaco Lucia Baracchini e dal presidente del premio Gianni Tarantola, che ha voluto sottolineare, con orgoglio, come il Bancarella sia “un premio sano e onesto”. (r.s.)