San Pio da Pietrelcina, la sofferenza e la Fede

Ebbe a dire  “Farò più rumore da morto che da  vivo”. Il 2 maggio di venti anni fa veniva proclamato beato, riconoscendo le virtù di fede del frate cappuccino. Tre anni dopo, ancora Giovanni Paolo II ne decretò la canonizzazione.

San Pio da Pietrelcina (1887-1968)
San Pio da Pietrelcina (1887-1968)

Se si prende per vero che una delle caratteristiche di fondo dei santi “straordinari” è quella di essere oggetto di forti contrasti nel corso della loro vita e, dall’altra parte, di accogliere tali prove restando nel solco della Chiesa, non si può negare che s. Padre Pio da Pietrelcina, di cui ricorre in questi giorni il ventennale della beatificazione, avvenuta il 2 maggio 1999, abbia condensato in sé entrambe le caratteristiche ad un livello notevole.
Tre anni dopo, il 16 giugno 2002, lo stesso papa, s. Giovanni Paolo II, ne decretò la canonizzazione, ma la data della beatificazione resta un momento importante nella sua storia personale e in quella della Chiesa perché – finalmente, ebbero a dire in tanti – in tal modo veniva messo un punto fermo sul riconoscimento delle virtù di fede del frate cappuccino.
È un po’ il destino di tutti i santi che in vita hanno manifestato virtù talmente straordinarie da non potere essere accettate da chi teme l’insorgere di culti personali legati a manifestazioni che vanno al di là di ciò che può essere verificato e controllato con la ragione. I mistici, d’altra parte, si muovono sempre sul confine della diffidenza che insorge di fronte ad esperienze difficili da catalogare fino a quando non siano vagliate e “provate” dalla sofferenza e dalla fedeltà al messaggio evangelico.
Così è stato per Padre Pio. La sua biografia è ampiamente nota, ripresa e narrata da decine e decine di biografie: un fenomeno editoriale, e non solo, che non fa altro che confermare una delle tante “profezie” di Padre Pio: “Farò più rumore da morto che da vivo”.

Panorama del santuario a San Giovanni Rotondo
Panorama del santuario a San Giovanni Rotondo

A tutti sono note le sofferenze da lui sopportate in vita, legate al suo stato di salute generale e, in particolare, alla presenza delle stimmate. Lo stesso modo di vivere nel fisico le sofferenze di Cristo nella celebrazione della S. Messa creavano nello stesso tempo devozione e critiche. Non gli sono nemmeno state risparmiate le calunnie riguardo ai rapporti con alcune sue seguaci. Innumerevoli sono gli aneddoti legati alla sua capacità di capire le persone e i loro stati d’animo: molte volte gli era sufficiente uno sguardo per “leggere” il cuore di un fedele che lo avvicinava per la confessione o per qualche grazia.
Guardando con il senno del poi, può risultare facile affermare la sua evidente santità di vita e, per assurdo, si può anche arrivare a comprendere chi, in buona fede, possa aver contrastato la manifestazione di fenomeni al limite del paranormale. Quella che non può più essere messo in discussione è la sua buona fede, anzi, la sua Fede, capace di attirare a Gesù Cristo folle innumerevoli di credenti: dai più umili ai più famosi, che non hanno paura di apparire ingenui proclamando pubblicamente la loro devozione la santo di Pietrelcina. Quello che vale la pena di sottolineare, però, è legato alla sostanza della sua figura, spesso confusa, se non nascosta, dal clamore del personaggio.
Analizzando la sua vita, per quello che è dato sapere dai racconti di chi gli è stato vicino, si coglie la sua volontà di non apparire come il vero protagonista. Con la preghiera, con l’esempio, con le azioni ha sempre posto Gesù come riferimento, contrastando in tal modo i tentativi di accentrare l’attenzione sulla sua persona. Il suo “monumento” più significativo è stato e resta la realizzazione dell’ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”: un’opera impensabile in un Sud d’Italia storicamente svantaggiato dal punto di vista delle cure sanitarie; un segno dell’attenzione di Padre Pio anche alla cura del male fisico altrui.

(Antonio Ricci)