
Fede e tradizione nel “giro delle sette chiese”
Il “giro delle sette chiese” tramanda un evento religioso e secolare che conferma il legame delle cappelle al fonte battesimale della pieve di Codiponte e delle comunità di Strada, Casciana, Ugliancaldo, Argigliano, Casola, Luscignano e Codiponte agli usi e costumi della civiltà contadina.
La tradizione, che stava per scomparire e che è stata rianimata dalla famiglia Tonelli di Codiponte, prevede che si parta dal ponte di quella frazione con una croce che viene portata per tutto il percorso, a conferma del fatto che quella è la sede del fonte battesimale dal quale si sono diffuse le varie comunità cristiane del territorio attraverso le cosiddette cappelle, dopo il concilio di Trento trasformate per lo più in parrocchie. Il piccolo gruppo di fedeli – una diecina di persone – dopo aver recitato una preghiera a Cristo crocifisso e alla Madonna, si è diretto verso Strada, dove si è letto il racconto delle prime due stazioni della Via crucis.
Secondo tradizione, alla ripartenza si sono aggiunte altre persone fino a giungere nella chiesa di Casciana, dove si è ripetuta la cerimonia di lettura e preghiera. Altre persone si sono aggiunte al gruppo nel cammino verso Ugliancaldo, dove, dopo la preghiera, l’associazione A’marcord ha offerto un semplice pranzo, da qualche anno allietato dalle castagne bruciate, le “mondine”, preparate a ottobre e conservate dalla signora Melissa, per essere distribuite all’occasione, spesso accompagnate da un buon bicchiere di vino strettamente nostrale, portato da alcuni bravi viticoltori che partecipano al pellegrinaggio.
Le meditazioni delle stazioni e le preghiere si sono ripetute nella chiesa di Argigliano, nella cappella di Casola e nella chiesa di Luscignano, fino a giungere, nel tardo pomeriggio, alla Pieve di Codiponte per la lettura delle ultime due stazioni e la preghiera finale, davanti ad un “sepolcro” addobbato con piante, fiori e luci; una sorpresa e un fascino che, con caratteristiche piacevolmente differenti, si erano provati in ogni cappella.
Al termine del percorso si erano radunate più di trenta persone tra ragazzi, ragazze e gente di ogni età, tra cui una coraggiosa ottantenne; hanno seguito il corteo anche alcuni simpatici e infaticabili cagnolini. Un’esperienza da vivere, da sperimentare per la sua semplicità, per il fascino dei panorami, per la cordialità che vi regna e per rivivere una tradizione in cui fede e cultura si fondono con un affascinante equilibrio.
(Corrado Leoni)