
Il vescovo Giovanni ha celebrato la S. Messa di suffragio nel duomo di Pontremoli
La ricorrenza del 13° anniversario della morte di mons. Giuseppe Fenocchio, morto ad Albenga il 16 aprile 1996, ha coinciso, quest’anno, con la vigilia dell’inizio dei riti della Settimana santa. Per questo il vescovo, mons. Giovanni Santucci, che ha celebrato la S. Messa di suffragio nel duomo di Pontremoli, affiancato da alcuni sacerdoti – tra di essi il segretario “storico” del presule, mons. Silvano Lecchini – nell’omelia ha sottolineato l’importanza dei segni sacramentali rappresentati dalla S. Messa crismale, la cena del Signore, la sua morte sulla croce e la sua resurrezione nel giorno di Pasqua.
Questo evento straordinario diventa fondamento della vita nuova che Gesù ci dona: è il nostro presente e il nostro futuro. “Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede”. (1 Cor 15,14). Ricordando, poi, la figura di mons. Giuseppe Fenocchio, il vescovo Giovanni ha sottolineato il forte sentimento di amore che lo legava a Pontremoli. Per questo “ha voluto essere sepolto qui, nella sua cattedrale, ai piedi della Madonna del Popolo”.
“Con gratitudine, ha aggiunto, lo ricordiamo al Signore per gli anni in cui ha servito la diocesi di Pontremoli con affetto e dedizione, contribuendo non poco a potenziare l’impegno formativo del Liceo vescovile e del Seminario”. In anni caratterizzati da una forte emigrazione mirata alla ricerca di migliori condizioni di vita “ha saputo stare vicino ai problemi della popolazione”.
“Di lui conserviamo tanti scritti, lettere pastorali che ci aiutano, ancora oggi, nella ricerca spirituale”. Quindi la preghiera perché “il Signore lo accolga nella gioia e nella pace riservata ai suoi servi fedeli”. Successore di mons. Giovanni Sismondo come nono vescovo della diocesi di Pontremoli, mons. Fenocchio fu eletto a tale titolo da papa Pio XII il 10 dicembre 1954.
Nato a Molini di Prelà il 13 agosto 1904, aveva frequentato il seminario della sua diocesi di origine, Albenga. Qui fu anche ordinato sacerdote il 5 dicembre 1926 dal vescovo mons. Angelo Cambiaso. Nei primi anni di ministero (insegnante del seminario minore e parroco di Diano Castello) conseguì anche il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana in Roma. Negli anni Quaranta divenne vicario generale del vescovo mons. Raffaele De Giuli e assistente diocesano di Azione Cattolica.
Fu consacrato vescovo l’11 febbraio 1955 da mons. Agostino Rousset, vescovo di Ventimiglia, e il 31 marzo fece il suo ingresso ufficiale a Pontremoli, diocesi che curò con impegno e premura in anni che furono caratterizzati dallo svolgimento del Concilio Vaticano II e dalla successiva sua attuazione.
Lasciato il ministero il 15 agosto 1983, per raggiunti limiti d’età, si stabilì nel seminario di Albenga; finché la salute lo sostenne, fu incaricato ancora di numerosi impegni pastorali.
A lui sono dedicati un busto marmoreo, opera dell’artista Floriano Bodini, nella concattedrale di Pontremoli e una lapide nella chiesa di Santa Maria in Fontibus, in Albenga.