Troppe le vittime della strada… da cellulare!

13cellulare_guidaDati allarmanti per quanto concerne le vittime degli incidenti sulla strada. Ogni anno, in Italia, scompare l’equivalente di un intero, popoloso paese, per cui è già tardi per impegnarsi in concreto affinché la strada non sia la tomba di troppi giovani e non solo. Il maggior numero di vittime si registra nelle grandi città e, nel 90% dei casi, la causa è determinata dai fattori umani: distrazione, velocità, stanchezza, euforia, ubriachezza: dati che arrivano dal Ministero delle Infrastrutture su cui non possiamo non riflettere.
All’alto numero dei decessi va aggiunto quello dei feriti, molti dei quali gravi e con esiti di invalidità permanente. Anche per quanto concerne i pedoni si parla di strage quotidiana.
Un allarme non solo nazionale ma mondiale, che ha spinto i governi a correre ai ripari con l’avvio di una seria battaglia anti telefonino. Qualcuno ha detto che è facile, oggi, precipitare in quella sorta di smarrimento che coglie chi utilizza il cellulare mentre cammina o passeggia sulle strade pubbliche ove transitano veicoli di ogni genere. Siamo avvinghiati da una modernità diversa dal solito progresso, che fatichiamo a comprendere e di cui con difficoltà cogliamo i pericoli. In tal modo scordiamo quelli che sono i nostri doveri di cittadini e di pedoni rispettosi del Codice della Strada.
Lunga è la lista delle disattenzioni: attraversamenti rischiosi, scalini dei marciapiedi, semafori rossi… che ci costano cari. Non tutti sono in grado di gestire, con intelligenza e buon senso, la piazza virtuale, evitando che diventi amplificatore di tensioni e di reale pericolo da parte dei conducenti o anche dei pedoni. Il nuovo regolamento prevede multe salate per chi percorre la strada guardando il cellulare, parlando al telefono, o ascoltando musica con entrambe le cuffiette.
In Italia la prima multa, di 50 euro, per pedone distratto, risale a quattro anni fa, in provincia di Como. Rifiutare progresso e modernità non ha senso, ma percepire i rischi ed evitare gli abusi è davvero il minimo, nella consapevolezza che l’educazione civica comincia nelle nostre case.
Non sarebbe male ritornare ad avere spazi familiari in cui ritrovare il piacere di guardarsi negli occhi dialogando, evitando messaggi, like, whatsapp…
Compito degli adulti aiutare i giovanissimi ad usare la strada in modo corretto, cosciente e responsabile, rispettando la propria vita e quella degli altri. Se non è detto che una telefonata possa allungare la vita, come recitava un noto spot pubblicitario di qualche anno fa, è vero invece che la fatica dell’educazione non può imboccare scorciatoie.
Indispensabile comunicare con i nostri ragazzi e camminare con loro. Spegnendo, nei momenti importanti, il display dei sempre più accessoriati smartphone.

Ivana Fornesi