“Vieni, Signore, nella nostra casa: c’è posto per te”

L’omelia del Vescovo al pontificale nel duomo di Pontremoli. Mons. Santucci ai fedeli riuniti nella concattedrale nel pomeriggio di Natale: “Il Signore chiede un posto per lui nella nostra casa. Saranno l’amore, il dono di sé, l’accoglienza e il servizio che sapremo donarci a cambiare il mondo”

01pontificale_Natale2018_Duomo_PontremoliÈ il Natale del Signore e noi siamo qui, siamo riuniti in preghiera, per esprimere la nostra gioia, per dire la nostra attesa, per vivere la nostra fede. […] essere cristiani è un fatto di testa, di idee; certamente anche di affetto, di sentimenti, ma è soprattutto un fatto di testa. Continuiamo a sentirci brava gente… a fare delle opere buone: certamente cose tutte belle ma non è questa la nostra missione. Noi abbiamo bisogno di cambiare la vita; non può funzionare così come è impostata. Ecco l’impegno che abbiamo… accogliendo il Signore che viene…
La vita è faticosa, sofferta ma senza una meta a cosa vale sacrificarci? che vale sforzarci? senza un obiettivo dove camminiamo? “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”: è il canto degli angeli in questa notte alla grotta di Betlemme perché è nato Gesù che è il Figlio di Dio che si fa uomo perché gli uomini diventino figli di Dio. E questo scambio mirabile fra Dio e l’uomo entusiasma da sempre il pensiero cristiano… Proviamo allora a ricordarci che siamo amati dal Signore, che il Signore è con noi, che il Signore è tra di noi, è tra gli uomini, e col suo aiuto, soprattutto con la sua Parola, col suo Vangelo, possiamo vincere il male che è intorno a noi ma anche il male che è dentro di noi, il peccato che è dentro di noi.
Quando raccontiamo il libro della Genesi, il peccato di Adamo, viene a tutti un po’ di rabbia dentro: se Adamo quel giorno, invece di stare sotto l’albero delle mele, andava da qualche altra parte, non era meglio? Perché noi cosa facciamo? Facciamo uguale.
01pontificale_Natale2018_Duomo_Pontremoli1I peccati son tutti uguali: quello che voglio io lo faccio, quello che vuole il Signore non lo faccio; decido io. È il peccato di Adamo e il peccato di tutti. […] Il Natale è la provocazione più grande che noi possiamo ricevere. È il rovesciamento delle idee, delle presunzioni che dominano la scena di questo mondo. Non saranno il potere, la violenza, la guerra che cambieranno il mondo; ma saranno l’amore, il dono di sé, l’accoglienza e il servizio che sapremo donarci. […] Gesù diventa uomo proprio per realizzare una richiesta precisa di Dio, fatta ai profeti tante volte: io non gradisco sacrifici, offerte, olocausti, incensi! E allora cosa vuoi, Signore? Io voglio te. E il profeta che risponde: ecco, Signore, io vengo per fare la tua volontà; parla, Signore, il tuo servo ti ascolta! Questa è la risposta che vuole il Signore e se andate un pochino a ripensare, questa è la risposta che Gesù dà al Padre nell’orto del Getzemani: Padre, se è possibile, passi da me questo calice senza che io lo beva: la morte; però non come voglio io ma come vuoi tu…
E sappiamo bene che all’orizzonte del presepio c’è la croce: Gesù ha bisogno di un corpo, di essere uomo come noi per offrire la sua umanità crocifissa al Padre come espiazione, come redenzione del nostro peccato. C’è la resurrezione, c’è la vittoria di Gesù sulla morte: lui solo risorgerà e con lui tutti quelli che credono in lui. La nostra fede vince il mondo! […] Essere cristiani è questione di scelte di vita, di convinzioni. Lasciamo perdere il tentativo di conciliare il mondo con il vangelo perché il modo di pensare del mondo e del vangelo sono davvero antitetici. La violenza, come si vince? Con altra violenza?… No, la violenza si vince col perdono, con l’accoglienza dell’altro, con la solidarietà. L’egoismo come si vince? Chiudendoci in noi stessi? Difendendoci perché noi abbiamo qualcosa mentre altri non hanno nulla? E come possiamo pensare di esser al sicuro quando intorno a noi c’è gente che ha bisogno?
Saremo sempre insidiati, sempre attaccati. Non ci sarà mai pace finché non ci sarà un po’ di giustizia, di equità… L’egoismo si vince col servizio alle persone. Non c’è bisogno di cambiare il mondo; basta che cambiamo il nostro mondo. Siamo felici, e lo sappiamo, quando riusciamo a far felici le persone che amiamo. Quando tuo figlio è felice, quando tua moglie è felice, quando tuo marito è felice, sei felice tu; altrimenti è un’illusione.
Ecco il Natale! Che diventa una vera e propria provocazione perché la debolezza diventa più forte della forza dei potenti, la povertà dei pastori diventa gioia, la notte diventa splendente, il silenzio diventa canto, la povertà di una stalla diventa una reggia dove il Figlio di Dio nasce. Allora preghiamo con fiducia: “Vieni, Signore, ti accogliamo con gioia nel nostro cuore, nella nostra vita. Vieni nella nostra casa: c’è posto per te”.