
Il punto del presidente dell’ente naturalistico Fausto Giovanelli

Quando si volta il calendario per l’ultima volta è quasi inevitabile provare a tracciare un bilancio di come sia andato l’anno. Non sfugge a questa consuetudine anche il Parco Nazionale dell’Appennino che, attraverso il suo Presidente Fausto Giovanelli, prova a raccontare quanto successo all’interno dell’ente naturalistico. Secondo il presidente si può provare a riassumere in sei titoli le più rilevanti “novità” dell’azione del Parco Appennino nel 2018: il Centro Uomini e foreste; le vie storiche Matildica e del Volto Santo; il rafforzato impegno con Carabinieri Forestali del Parco Nazionale e la Riserva dell’Orecchiella; il recupero dell’Eremo e delle aree circostanti a Bismantova; la scuola di paesaggio del Parmigiano – Reggiano; la pubblicazione dell’Atlante dell’Appennino. “Ciascuno di questi titoli – sottolinea Giovanelli – rappresenta una pluralità di iniziative e passaggi realizzati nel corso dell’anno, ma soprattutto un approdo fondante e consolidato, per attività e dinamiche economiche e culturali destinate a durare nel tempo e a segnare di sé la vita del nostro territorio”. Ma il 2018 è stato anche un anno “di transizione e fondazione di nuove idee già concretamente in moto, pur nella continuità intensa dell’operare dell’Ente Parco Appennino, cui si è sommato l’impegno, importante ed essenziale dell’impulso alla gestione della neonata Riserva di biosfera UNESCO dell’Appennino e contestualmente all’avvio del suo allargamento”.

Ma ci sono altri temi significativi come la partecipazione alla rassegna “Sacro e natura” e l’iniziativa “Seminare bellezza” dedicate alla “Laudato Si”; l’attenzione e la divulgazione scientifica ai cambiamenti climatici ed emblematiche azioni di contrasto e adattamento con interventi nei boschi; il convegno di livello internazionale e la “Carta di parma” sulla cultura degli animali; la partecipazione ad appuntamenti europei delle riserve di biosfera UNESCO, la serie dei momenti di visite e laboratori su “Geodiversità e Geosfera d’Appennino”; la partecipazione al gemellaggio delle 3 pecore e alla rassegna della Cornigliese e la nuova edizione del “Mondiale funghi” e di Dolce&Farina a Cerreto Laghi. La tradizionale rassegna “Menù a km0” si è trasformata nel progetto “Upvivium”, che si è esteso ad altre riserve di biosfera e si appresta ad assumere una dimensione nazionale. Il progetto “Parco nel Mondo” rivolto all’emigrazione storica ha aperto un nuovo versante di ricerca sul tema reciproco e attualissimo dell’immigrazione e sul “Mondo (che entra)nel Parco”. Importante è stata l’apertura di nuovi centri visita e punti info, tra cui quello in Piazza Medicea di Fivizzano insieme al Parco delle Apuane. è stata stipulata una nuova convenzione con Enel per la riapertura e manutenzione in zona Ligonchio e di boschi e aree in zona Lagastrello. Contemporaneamente hanno raggiunto ancora più alti numeri di partecipazione le iniziative di Neve Natura Estate nei Parchi Autunno d’Appennino e il seminario residenziale per docenti “Tracce nel bosco”. “Il volume e qualità delle attività nel loro insieme – evidenzia il presidente – non sarebbe assolutamente stato possibile con le sole forze dell’Ente Parco, senza l’apporto decisivo di una larghissima rete di collaborazioni pubbliche e private. Decisivo è stato il ricorso a fondi europei consentito da una politica di bilancio molto rigorosa. Sono state erogate pressoché integralmente sul nostro territorio appenninico risorse per circa 5 milioni di euro cioè 2,5 volte in più del contributo ricevuto dallo stato (1,8 milioni), proprio grazie a una gestione spartana delle spese dirette di personale e obbligatorie, che ha lasciato libere le risorse per accedere al moltiplicatore di finanziamento dei Fondi Europei”. Il 2019 si presenta ora come un anno ancora promettente e assai impegnativo, in particolare su alcune sfide come l’allargamento della Riserva della Biosfera UNESCO richiesta da oltre 30 nuovi Comuni dell’Appennino nelle province di Lucca, Massa Carrara, Modena, Parma e Reggio Emilia.