Dal 2018 emergono segnali di affanno per l’economia provinciale

Secondo la Camera di Commercio, credito e commercio internazionale sono i punti più deboli

La Provincia di Massa Carrara nella zona di Costa e alle spalle le Alpi Apuane
La Provincia di Massa Carrara nella zona di Costa e alle spalle le Alpi Apuane

Non è ancora tempo di bilanci definitivi sull’anno appena terminato, per quanto riguarda l’economia locale. Tuttavia i dati congiunturali sul primo semestre del 2018, elaborati dall’Istituto di Studi e Ricerche (Isr) della Camera di Commercio provinciale, non sono confortevoli. Per molti settori economici – secondo la ricerca pubblicata a fine dicembre – il 2018 sarà più negativo rispetto all’anno precedente. Due temi in particolare si sono affacciati concretamente nel corso dell’anno appena concluso, influenzando in senso negativo l’economia apuana. Il primo riguarda il commercio internazionale, irrigiditosi sotto la scure del protezionismo e che per quanto riguarda il settore principe dell’economia provinciale, il lapideo, ha visto il massiccio ingresso di pietre artificiali, provenienti in modo particolare dalla Cina; prodotti che stanno erodendo fette importanti di mercato ai marmi locali su scala mondiale. Complessivamente, a settembre l’export apuano si è ridotto del 3% contro una crescita delle esportazioni toscane del 2,3%. Il calo è stato registrato nonostante gli exploit della Nuovo Pignone nel campo dei generatori elettrici e la ripresa del settore nautico. Proprio queste due realtà tengono a galla il dato del settore industriale, che cresce del 4% su base tendenziale, e la vivacità commerciale del porto di Marina di Carrara. Il secondo argomento attiene al sistema del credito che, come già rimarcato dall’istituto di ricerche camerale, è per le imprese locali più oneroso che altrove, anche per l’introduzione di nuovi vincoli dettati dalle autorità europee di vigilanza. Nel complesso, i prestiti sono aumentati solo dello 0,4%, ma sono andati soprattutto alle imprese medio grandi, meno reticenti di quelle piccole ad ammodernarsi con le nuove tecnologie digitali e 4.0.

09industria4Guardando ai singoli settori, l’indagine dell’Isr mostra segni negativi in quelli portanti: edilizia, artigianato, turismo. Eccezion fatta per la già citata industria, cala il fatturato dell’edilizia dello 0,5%, l’artigianato è in affanno (mille operatori in meno negli ultimi 6 anni), il commercio, con un -2% di fatturato, continua a subire la preponderanza della grande distribuzione e l’esplosione del commercio elettronico, a cui si cerca di rispondere con promozioni sui social network ma senza azzardare investimenti sui canali online. Segni di preoccupazione anche dal turismo: gli arrivi nei primi nove mesi del 2018 sono aumentati dell’1,5%, ma le presenze si sono ridotte del 3%, cioè: più turisti, ma per periodi più brevi. Un fenomeno, quello delle brevi vacanze diffuse lungo tutto l’anno, che spiazza gli operatori legati alle presenze continuative del turismo dei decenni scorsi. Se un segno “più” deve essere evidenziato, è quello della Lunigiana, con un aumento del 18% delle presenze, nonostante l’assenza di una politica di promozione turistica guidata a livello comprensoriale dagli enti pubblici. Il rapporto indica peraltro anche alcune note positive, che potrebbero tradursi in qualche anno in solide realtà economiche. Una riguarda le imprese digitali: in provincia sono 400, occupano 1.200 addetti, determinano l’1,7% del Pil provinciale, in costante crescita dal 2012. L’altra riguarda le 1.160 attività culturali e creative, di cui circa 820 con vocazione profit e 340 no profit, che impiegano quasi 2.500 unità di lavoro, secondo la stima dell’Isr. Si tratta di imprese che operano nell’artigianato artistico, nelle attività legate al lusso (moda, nautica, arredo, enogastronomia, etc.), nell’architettura e nelle attività editoriali. Si tratta di attività non così visibili come l’industria, ma giudicate da molti come architrave dell’economia del futuro, rispetto alla quale la Provincia di Massa Carrara, che nel primo semestre 2018 ha perso altri 600 residenti, non può assolutamente rimanere indietro. (Davide Tondani)