Combattere la fame nel mondo evitando gli sprechi

In vista del Forum internazionale del cibo e della nutrizione in programma a Milano a fine novembre

43forum_cibo_nutrizione2018Al “Forum internazionale del cibo e della nutrizione”, che si terrà il 27 e 28 novembre a Milano nel Pirelli Hangar Bicocca, verranno diffusi gli esiti del percorso, traguardato al 2030, stabilito dall’Onu per gli obiettivi di uno sviluppo sostenibile capace di combattere la piaga della fame nel mondo.
Le emergenze, per il Terzo Mondo, non finiscono mai. Alle varie calamità naturali si sommano guerre, povertà, carenza, anzi, assenza di cibo e di acqua potabile. I nostri media preferiscono dare le prime pagine ad eventi ritenuti più importanti piuttosto che soffermarsi sulle primarie necessità di tanti fratelli meno fortunati. È importante, invece, che si tenga desta l’attenzione proprio perché si tratta di popolazioni che non hanno alcuna visibilità, del resto i poveri non riscuotono grandi simpatie se non a parole.
Urge raggiungere la sicurezza alimentare e assicurare salute e benessere per tutti, a tutte le età, promuovendo un’agricoltura sostenibile. Nella Giornata mondiale dell’alimentazione e l’agricoltura, celebrata lo scorso 16 ottobre, in primo piano è stato posto il problema degli sprechi che, quotidianamente, avvengono. E ciascuno di noi ne è responsabile.
Come combatterli? Mediante semplici accorgimenti come il riuso degli avanzi, la richiesta della “family bag” quando ci rechiamo al ristorante e la spesa a km zero con l’acquisto di prodotti freschi che durano di più. Secondo Coldiretti, ogni anno, finiscono nei bidoni della spazzatura sprechi per un totale di circa 16 miliardi di euro, a fronte di 2,7 milioni di persone che nel 2018 in Italia sono state costrette a chiedere aiuto per mangiare.
Le strategie per evitare gli sprechi sono sicuramente utili, ma non sufficienti a risolvere la crisi alimentare mondiale. Un passo importante passa attraverso l’educazione, sin dalla tenera età della Scuola dell’Infanzia. Milano può essere d’esempio per due motivi.
È l’unica città italiana ad aver aderito – assieme a New York, Rio de Janeiro, Tel Aviv, Seul, Sydney e Cape Town – al progetto “Cibo e città” che porterà ad un’analisi sulle sfide che i sistemi alimentari urbani si troveranno ad affrontare. Inoltre, come eredità di Expo, dal 2015 si è dotata di una politica alimentare urbana (Food policy) in grado di agire sulla sostenibilità del sistema alimentare locale.
Le scuole hanno sostituito la merenda classica, di metà mattinata, con la frutta a vantaggio della salute dei bambini e generando meno spreco alimentare. Insomma, di fronte alla fame nel mondo l’Occidente ha di che meditare. È encomiabile quando offre i suoi aiuti in situazioni di emergenza come cicloni e terremoti.
Ma la stessa sensibilità dovrebbe essere usata, con maggior solerzia, di fronte al dramma della povertà assoluta. Invece, crescono le spese militari ed il commercio delle armi. Non sarebbe difficile creare scuole, ospedali, strade, “dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati”.
Non sarebbe, poi, così difficile stimolare i governi “pigri” ad essere più attenti nel gestire le loro economie e i loro investimenti. Non è onesto ricordarsi dei poveri soltanto quando è troppo tardi. Per mettersi a posto la coscienza.

Ivana Fornesi