
La risposta al comunicato sul rischio smantellamento del reparto di ginecologia all’ospedale di Pontremoli


La scorsa settimana abbiamo pubblicato un ampio stralcio del comunicato stampa redatto dal vicesindaco, Manuel Buttini, e dal capogruppo di maggioranza, Jacopo Ferri, in cui si chiedeva all’Asl di fermare “immediatamente lo smantellamento delle attività ostetrico-ginecologiche presso l’Ospedale di Pontremoli”. Nel documento si sostiene, inoltre, che si è già arrivati “alla decisione di interrompere, dai primi di giugno, l’attività ordinaria chirurgica presso l’Ospedale di Pontremoli riguardante i piccoli interventi ginecologici”. Cerchiamo di fare il punto della situazione per rendere maggiormente comprensibile la questione anche a chi sia meno informato. Intanto si sta parlando del reparto di cui si è parlato a lungo in passato per la chiusura del Punto nascite, non più operativo dal 2011. Il reparto, comunque, ha continuato a funzionare garantendo sia l’assistenza ambulatoriale che quella chirurgica, in particolare per interventi ginecologici di portata minore. Tutto questo anche grazie all’impegno della dottoressa Maria Paola Mori, responsabile dell’Unità Funzionale consultoriale zona Lunigiana. Per contro, c’è senza dubbio da registrare, come scritto da Ferri e Buttini, che negli ultimi anni si è avuta una riduzione progressiva (per mancata sostituzione) del personale medico-ginecologo con un calo delle ore a disposizione degli utenti.

Nonostante ciò, il reparto ha continuato ad offrire gli stessi servizi, ed allora perché questa improvvisa alzata di scudi da parte dei due rappresentanti di Forza Italia? Perché è emerso che la dottoressa Mori voleva dedicarsi esclusivamente alla fase ambulatoriale, come del resto prevede la sua attività, abbandonando quella chirurgica (anche se a noi risulta che la copertura del servizio sia stata comunque garantita fino agli inizi di luglio). A tranquillizzare gli animi sul futuro del reparto sono poi arrivate le dichiarazioni del direttore sanitario, Mauro Maccari: “Per quanto riguarda l’attività ambulatoriale e la chirurgia minore, attualmente svolte dalla dott.ssa Mori, saranno mantenute anche quando questa professionista andrà a occuparsi del consultorio a tempo pieno. Infatti, lo spostamento avverrà solamente quando sarà disponibile un nuovo medico ginecologo per le attività ospedaliere a Pontremoli. Si conferma, quindi, che l’Azienda ha intenzione di rispettare quanto concordato nell’ultima assemblea della Società della Salute della Lunigiana”. Queste parole hanno dato l’occasione al Pd pontremolese per attaccare Ferri e Buttini che, con il loro comunicato stampa, avrebbero ottenuto l’unico risultato “di creare allarme e preoccupazione nella popolazione: uscire sui giornali con titoloni e toni catastrofici non ha mai rappresentato un modo serio e concreto di approcciare e risolvere questioni delicate come quelle relative alla sanità”. Mentre per il Pd “l’obiettivo da perseguire è il miglioramento dei servizi sanitari sul nostro territorio e, in primo luogo, del nostro Ospedale. È un obiettivo per noi prioritario e che va oltre vecchi schemi basati su logiche di partito. In concreto: ci proponiamo di avviare con l’Asl un dialogo serio e serrato, basato su proposte che siano nell’esclusivo interesse dei lunigianesi”. Immediata la contro replica del consigliere Ferri “Il Pd di Pontremoli continua a chiudere occhi ed orecchie di fronte ai problemi che la sanità lunigianese si trova ad affrontare da anni, e preferisce ancora una volta alzare la voce per prendersela con chi li denuncia da sempre nella loro oggettività, piuttosto che indispettire i vertici aziendali e regionali che li causano e non vogliono risolverli”.

È senza dubbio vero che ogni volta che l’Asl ha potuto intervenire per tagliare i servizi nel territorio lo ha fatto e molto spesso anche venendo meno ad accordi sottoscritti dall’azienda stessa. Ed è altrettanto vero che il lento dissanguarsi dei vari reparti ospedalieri mette a rischio la sopravvivenza stessa dei nosocomi lunigianesi, che verrebbero prosciugati dall’interno lasciando le mura perimetrali ma con all’interno pochi servizi effettivi per i cittadini. Quindi è bene che la politica sia presente con il suo ruolo di controllo e di garanzia. Tutto ciò premesso è altrettanto vero che urlare sempre “al lupo al lupo” talvolta fa anche supporre che sia un comodo metodo per ottenere il centro dell’attenzione. Purtroppo abbiamo visto tante volte parole roboanti (specie in vicinanza di appuntamenti elettorali) poi subito assorbite dal silenzio e non seguite da fatti concreti. Mentre invece il nostro territorio avrebbe sempre più bisogno di atti reali e tangibili, da parte di tutti, per combattere uno spopolamento ed una diminuzione dei servizi sempre più forte e che, purtroppo, sembra sempre più inarrestabile. (r.s.)