Un nuovo incendio riporta la vicenda della ditta di trasferimento dei rifiuti Mauro Costa in primo piano

La sede della Costa ad Albiano Magra
La sede della Costa ad Albiano Magra

Il rogo, questa volta, è stato domato immediatamente. Ma, gli incendi, piccoli o grandi che siano, nello stabilimento di trattamento dei rifiuti Mauro Costa di Albiano Magra, sono diventati troppo frequenti: quello del 27 aprile scorso è il settimo dal 2007. Un incendio piccolo ma sufficiente a sollevare nuove preoccupazioni tra gli albianesi e tra le autorità. La proprietà dell’azienda ha parlato esplicitamente di “tentativo di incendio doloso” ai suoi danni, “l’ultimo atto di una oscura trama che riguarda noi, ma anche molti altri impianti della zona”, con preciso riferimento ad incidenti simili avvenuti alla Ferdeghini di Ceparana. Pare che su questa pista si stiano dirigendo anche le indagini delle forze dell’ordine: un segnale preoccupante per tutta la Lunigiana. Il mondo politico locale pare tuttavia avere trascurato questo inquietante aspetto. Le parole che hanno maggiormente scaldato gli animi della ventennale vicenda albianese: sicurezza e delocalizzazione. Sotto il profilo della sicurezza, la Mauro Costa ha rivendicato nel proprio comunicato l’efficacia dei sistemi antincendio (le manichette imposte dai Vigili del Fuoco per ottenere la riapertura dopo l’incendio del luglio 2016) che hanno consentito di circoscrivere tempestivamente le fiamme.

Walter Moretti
Walter Moretti
Il sindaco di Aulla Roberto Valettini
Il sindaco di Aulla Roberto Valettini

D’altro canto, Walter Moretti, leader del comitato Uniti per Albiano, ha mostrato, nel corso dell’ennesima assemblea dei cittadini alla presenza del sindaco Roberto Valettini, un video da cui emerge, a suo dire, che per spegnere il rogo l’azienda “si è fatta prestare acqua dal capannone vicino” con una canna che scavalcava il muro di cinta, ingaggiando un aspro confronto con il sindaco aullese sull’effettiva efficacia delle manichette. Ma il tema che ha scaldato gli animi anche oltre i confini della frazione aullese è quello della più volte promessa delocalizzazione della Costa. A volerla è il sindaco di Aulla, che ha invocato l’aiuto di Firenze: “La Regione deve aiutarci: ci troviamo ad avere a che fare con una burocrazia spaventosa e vergognosa”. Ma a richiedere l’allontanamento dello stabilimento da Albiano sono anche il consigliere regionale del M5S Giacomo Giannarelli e il PD, che con un documento della segreteria provinciale ha proposto la delocalizzazione nell’area industriale di Boceda, a Mulazzo. Le forti reazioni negative lo hanno indotto ad attribuire la paternità del documento al solo responsabile delle politiche ambientali, Valter Corbani.

Il sindaco di Mulazzo Claudio Novoa
Il sindaco di Mulazzo Claudio Novoa
Il sindaco di Villafranca Filippo Bellesi
Il sindaco di Villafranca Filippo Bellesi

A rimandare al mittente l’idea di Boceda sono stati in primo luogo i due sindaci più coinvolti: quello di Mulazzo, Claudio Novoa, anch’egli PD – “le decisioni che riguardano Mulazzo vengono adottate dal Consiglio comunale, e poi abbiamo altre idee sullo sviluppo di Boceda” – e quello dell’adiacente Villafranca, Filippo Bellesi (centrodestra), che ha lasciato mezza porta aperta alla necessità di delocalizzare fuori dal centro abitato di Albiano, ma in luoghi più consoni rispetto a Boceda. Anche Forza Italia è intervenuta, per bocca del coordinatore provinciale Mastrini e del consigliere regionale Stella, con un comunicato duro nei confronti del PD – “non può pretendere di dare ordini e decidere di spostare la Costa; è finita l’epoca in cui il PD in provincia di Massa faceva il bello e il cattivo tempo” – ma indulgente nei confronti dell’azienda che, a loro dire, “lavora con grande serietà e professionalità, e mantiene prezzi contenuti per l’attività di smaltimento dei rifiuti”. Al di là della battaglia politica, quindi, si registrano posizioni molto caute: come gli episodi di cronaca suggeriscono, nella partita per l’individuazione di un nuovo sito (che qualcuno dà già per scelto). Nella gestione della politica provinciale dei rifiuti si intrecciano calcoli politici e interessi privati che suggeriscono prese di posizioni piuttosto guardinghe, in attesa di ulteriori sviluppi. (Davide Tondani)