Lo sguardo di Papa Francesco sulle molte ferite del mondo

Nel suo messaggio pasquale Urbi et orbi il santo padre si è rivolto a coloro che possono porre rimedio: la risurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo.

14Papa_PasquaNel messaggio pasquale “Urbi et orbi” (alla città e al mondo) Papa Francesco volge il suo sguardo sui tanti mali del nostro tempo.
Papa Francesco non è così ingenuo da pensare che il suo grido possa essere accolto con favore da tutti e che i problemi si risolveranno facilmente. Si sa quanto siano intrigate certe situazioni e, anche quando sembrano semplici, quanto siano gravi le tensioni derivate dalla sete di potere e dalla forza del denaro. Tuttavia non si può tacere. Se qualcuno si prende la briga di andare a vedere quello che dicevano i profeti circa gli stranieri, gli orfani, le vedove e i poveri in generale vedrà che poche volte sono stati ascoltati, spesso sono stati osteggiati, ma non per questo hanno taciuto.
Anche il grido di questa Pasqua è rivolto a chi può porre rimedio a tante miserie. Compito del profeta è continuare a ricordare che esistono strade percorribili per una giustizia più giusta. Il testo del messaggio. “Noi cristiani crediamo e sappiamo che la risurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo, quella che non delude – ha detto Papa Francesco – È la forza del chicco di grano, quella dell’amore che si abbassa e si dona fino alla fine, e che davvero rinnova il mondo. Questa forza porta frutto anche oggi nei solchi della nostra storia, segnata da tante ingiustizie e violenze. Porta frutti di speranza e di dignità dove ci sono miseria ed esclusione, dove c’è fame e manca il lavoro, in mezzo ai profughi e ai rifugiati – tante volte respinti dall’attuale cultura dello scarto -, alle vittime del narcotraffico, della tratta di persone e delle schiavitù dei nostri tempi”.
“E noi oggi – ha continuato Papa Francesco – domandiamo frutti di pace per il mondo intero, a cominciare dall’amata e martoriata Siria, la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine. In questa Pasqua, la luce di Cristo Risorto illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l’accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati. Frutti di riconciliazione invochiamo per la Terra Santa, anche in questi giorni ferita da conflitti aperti che non risparmiano gli inermi, per lo Yemen e per tutto il Medio Oriente, affinché il dialogo e il rispetto reciproco prevalgano sulle divisioni e sulla violenza. Possano i nostri fratelli in Cristo, che non di rado subiscono soprusi e persecuzioni, essere testimoni luminosi del Risorto e della vittoria del bene sul male.  Frutti di speranza supplichiamo in questo giorno per quanti anelano a una vita più dignitosa, soprattutto in quelle parti del continente africano travagliate dalla fame, da conflitti endemici e dal terrorismo. La pace del Risorto risani le ferite nel Sud Sudan: apra i cuori al dialogo e alla comprensione reciproca. Non dimentichiamo le vittime di quel conflitto, soprattutto i bambini! Non manchi la solidarietà per le molte persone costrette ad abbandonare le proprie terre e private del minimo necessario per vivere. Frutti di dialogo imploriamo per la penisola coreana, perché i colloqui in corso promuovano l’armonia e la pacificazione della regione.  Frutti di pace chiediamo per l’Ucraina, affinché si rafforzino i passi in favore della concordia e siano facilitate le iniziative umanitarie di cui la popolazione necessita. Frutti di consolazione supplichiamo per il popolo venezuelano, il quale vive in una specie di “terra straniera” nel suo stesso Paese. Possa, per la forza della Risurrezione del Signore Gesù, trovare la via giusta, pacifica e umana per uscire al più presto dalla crisi politica e umanitaria che lo attanaglia, e non manchino accoglienza e assistenza a quanti tra i suoi figli sono costretti ad abbandonare la loro patria. Frutti di vita nuova Cristo Risorto porti per i bambini che, a causa delle guerre e della fame, crescono senza speranza, privi di educazione e di assistenza sanitaria; e anche per gli anziani scartati dalla cultura egoistica, che mette da parte chi non è “produttivo”. Frutti di saggezza invochiamo per coloro che in tutto il mondo hanno responsabilità politiche, perché rispettino sempre la dignità umana, si adoperino con dedizione a servizio del bene comune e assicurino sviluppo e sicurezza ai propri cittadini. Anche a noi, come alle donne accorse al sepolcro, viene rivolta la parola: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!». La morte, la solitudine e la paura non sono più l’ultima parola. C’è una parola che va oltre e che solo Dio può pronunciare: è la parola della Risurrezione. Con la forza dell’amore di Dio, essa «sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l’innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti, dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace»”.  

(Agenzia Sir)