La didattica inclusiva per  “avere a cuore”  tutti gli alunni

Ancora viva la lezione di don Lorenzo Milani a 50 anni dalla morte. Il seminario di formazione per docenti organizzato dalla sezione UCIIM di Massa e dall’Ufficio diocesano IRC

don milani“ Io mi ricorderò di te… Esperienze di didattica inclusiva ”: questo il tema trattato durante il seminario di formazione per docenti tenutosi il 26 febbraio scorso a Massa nell’Aula Magna del plesso “Staffetti”. L’incontro era organizzato dalla sezione UCIIM di Massa e dall’Ufficio diocesano IRC, con il patrocinio del Comune di Massa, in occasione del cinquantesimo anno dalla morte di don Milani, maestro anche per gli educatori di oggi.
Erano presenti, oltre ai responsabili dell’UCIIM locale, anche Silvia Bennati, presidente del raggruppamento tra sezioni e Alfonsina Ramagini, responsabile regionale della stessa associazione. È intervenuta la dirigente degli I.C. Don Milani e Malaspina-Staffetti, Marilena Conti; la dirigente dell’Ufficio scolastico, Donatella Buonriposi, ha rivolto l’invito a partecipare a tutti i docenti e dirigenti che intendano riflettere sull’importanza di una didattica costantemente inclusiva per tutti i bambini-ragazzi. Don Milani parla oggi soprattutto ai giovani che si trovano a vivere una dimensione di precarietà e di disorientamento, in un’epoca storica segnata dall’analfabetismo dei sentimenti e da una coscienza critica che è deficitaria di luoghi di incontro, di socializzazione e di crescita.
La relatrice, dott.ssa Luciana Pastorelli, esperta consulente d’orientamento, partendo da “Lettera a una professoressa”, ha trattato diversi argomenti inerenti all’inclusione, all’orientamento scolastico, alla coscienza e alla ricerca di identità della persona, alla sua importanza come ‘individualità’, fino al digital divide. Ha proposto ai docenti laboratori e letture per rafforzare le capacità di autoanalisi degli studenti e la loro autostima, attraverso l’uso di classici come “I Promessi Sposi” di Manzoni, o meno convenzionali video musicali di grande successo.
È seguito un interessante e coinvolgente dibattito fra i docenti convenuti e un gruppo di studenti dell’Istituto “Salvetti” di Massa, impegnati nell’ attività di accoglienza. Luciana Pastorelli ha ricordato il motto “I care” adottato da don Milani. Questa frase, scritta su un cartello all’ingresso della scuola di Barbiana, riassumeva le finalità di cura educativa di una scuola orientata a promuovere una forma di sollecitudine per l’altro attenta e rispettosa. Avere cura significa avere a cuore qualcuno, gli altri, la società, un progetto, un’attività, una missione.
Ecco, è forse questo il bisogno più grande. Il bisogno di costruire una scuola in grado di “avere a cuore” tutti gli alunni, a prescindere dalle loro capacità, e di portarli tutti, nessuno escluso, verso il successo formativo.

Maria Rosaria Ferri