
Partecipato incontro con i consigli parrocchiali

Nello spirito del Sinodo diocesano il Vescovo Giovanni Santucci ha ribadito l’importanza della permanenza delle parrocchie anche nei piccoli borghi, non come presenza burocratica, ma come opportunità per le varie comunità cristiane di tener viva la tradizione religiosa dei vari centri parrocchiali e soprattutto come motivazione ad animare la comunità, che va valutata non per la quantità delle persone, ma per la sua qualità spirituale nel servizio al prossimo e nella partecipazione nelle celebrazioni.
Un’opportunità per motivare alla partecipazione anche chi non pratica, che può esser nuovamente coinvolto in obiettivi di solidarietà, perché la felicità va donata per poterla condividere. Di fronte a più di cinquanta fedeli, in rappresentanza dei Consigli pastorali delle parrocchie dell’Unità pastorale di Casola in Lunigiana, il Vescovo ha voluto chiarire la sua missione di coordinatore e promotore dell’unità pastorale in tutta la diocesi, anche attraverso la conoscenza delle realtà più remote come Ugliancaldo, che conta poco più di venti parrocchiani stabili, facendosi accompagnare da un rappresentante del Consiglio pastorale diocesano, il sig. Igino, con il compito di esser testimone anche delle realtà più decentrate della Diocesi.
L’avvenuta unificazione delle due diocesi di Pontremoli e di Massa è un passaggio burocratico già sancito, ma è ancora in corso la reciproca conoscenza e da qui il suo rinnovato impegno di visitare tutte le parrocchie e di aver affidato ad un ricercatore la valutazione del questionario redatto dalle parrocchie, che ha portato a risultati interessanti, condivisi anche dai sindaci.
Lo spopolamento è un fenomeno che è sotto gli occhi di tutti e per questo vanno attivate tutte le possibili iniziative religiose, civili, sociali, imprenditoriali, produttive, culturali e turistiche per rendere appetibile e interessante la vita sul nostro territorio. Per la conoscenza tra le varie parrocchie sarebbe opportuno creare e promuovere dei circuiti di conoscenza delle chiese e delle Pievi, anche tramite le 244 comunità parrocchiali ed i circa cento preti in servizio, al fine di riscoprire non solo la bellezza architettonica e l’arte racchiusa negli edifici come testimonianza della tradizione cristiana, ma anche come momento di promozione di fede, speranza e di solidarietà. In questo servizio al territorio vanno coinvolti anche i diaconi, i religiosi, le religiose, i movimenti, gli accoliti, tutti i fedeli per tener viva la vita della comunità.
Il Vescovo ha portato come esempio il borgo di Dobbiana, che si erge su due colli posti l’uno di fronte all’altro equidistanti dalla chiesa: “È sorprendente trovarla sempre aperta e con i fiori freschi”. Una testimonianza di fede, di amore per l’Eucarestia, attenzione alla tradizione da trasmettere ai figli e ai giovani. In sintesi, lo scopo della vita parrocchiale è non solo tener viva la tradizione, ma si devono riattivare la vita di comunità, anche se piccola, la disponibilità al servizio della gente e motivare alla partecipazione chi non è praticante. Un pizzico di sale, una piccola quantità di lievito, un bagliore di luce sono sufficienti per rendere motivante la testimonianza di vita di un cristiano nella società.
Corrado Leoni