
Nel 2016 si è battuto un nuovo record per il gioco d’azzardo nel nostro Paese: gli italiani hanno giocato 95 miliardi di euro: il 4,7 per cento del nostro Pil. È come se, neonati compresi, avessimo puntato e magari perso 1.583 euro a persona. Una cifra che ha registrato un aumento di 7 miliardi, l’8% in più, rispetto agli 88 miliardi spesi nel 2015.
In queste settimane Governo ed enti locali stanno battagliando sul riordino del gioco d’azzardo sul territorio, che punta a un forte taglio del numero delle slot, ma, al tempo stesso, limita le possibilità di intervento degli enti locali in particolare sulle distanze delle sale dai luoghi sensibili (scuole, oratori, luoghi di culto, impianti sportivi).
“Le pressioni della Consulta nazionale antiusura Giovanni Paolo II tramite la stampa e alcuni rappresentanti delle istituzioni nazionali, delle Regioni e dei Comuni – spiega mons. Alberto D’Urso, presidente dell’organismo – sono riuscite nell’intento di frenare, in sede di Conferenza unificata sulla regolamentazione del gioco d’azzardo, un accordo subdolo dagli effetti devastanti per la tutela della salute e dell’ordine pubblico del nostro Paese. L’impostazione del documento è a tutto vantaggio delle lobby dell’azzardo. Era un accordo che non si poteva concludere senza sentire le associazioni che si occupano di contrastare l’azzardo quale causa principale di indebitamento e di usura delle famiglie italiane”.
Attilio Simeone, coordinatore del Cartello “Insieme contro l’azzardo”, spiega: “Nell’attuale bozza lo Stato mira a togliere alla criminalità organizzata la gestione dell’azzardo pubblico, ma la quasi totalità delle indagini denuncia l’intreccio indissolubile tra offerta di azzardo legale e relativa gestione delle sale, nonché delle apparecchiature, da parte della criminalità”.
I minori sono i soggetti più fragili rispetto alla dipendenza e giocano dappertutto, dal bar al computer di casa. Secondo una ricerca curata nel 2015 dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, l’8% dei giovani che giocano d’azzardo ha già comportamenti problematici. E l’11% è a rischio patologia. E, nonostante la legge lo vieti, il 38% dei minorenni ha giocato d’azzardo durante l’ultimo anno. Molti di loro sono ancora bambini: l’8% dei piccoli tra i 7 e gli 11 anni scommette soldi in Internet. Ma il gioco d’azzardo è una “trappola” trasversale che cattura tutti, dai laureati all’operaio: gli indigenti (47%), il ceto medio basso (56%), il 47,1% degli studenti tra i 15 e i 19 anni: oltre un milione e 200mila ragazzi.
G.A. – Agensir