Votato a Dio e al servizio dell’uomo
Tuorlo
David Maria Turoldo (1916 – 1992)

Giuseppe Turoldo nasce il 22 novembre 1916 a Coderno, una frazione che vanta origine romane, in provincia di Udine. La povertà e numerosità famigliare (nove fratelli), la povertà del territorio e del periodo postbellico hanno ben presto temprato il giovane Giuseppe che accoglie e fa propria la dignità dei friulani. Sente la chiamata ad una vita sacerdotale e, a tredici anni, è novizio presso i Servi di Maria nel convento di Santa Maria al Cengio a Isola Vicentina col nome di David Maria. Alla professione religiosa del 2 agosto 1935 seguono i voti solenni del 30 ottobre 1938. Inizia a Venezia gli studi filosofici e teologici ma, già nel 1940, dopo un breve passaggio nel Santuario della Madonna di Monte Berico di Vicenza, è a Milano, assegnato al Convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo al Corso a Milano. Su incarico del Cardinale Ildefonso Schuster tiene per circa un decennio la predicazione domenicale nel Duomo milanese. Riprende gli studi di filosofia all’Università Cattolica ove, nel 1946, discutendo la tesi “La fatica della ragione – Contributo per un’ontologia dell’uomo” si laurea. Dopo l’8 settembre ’43 partecipa, con il periodico “L’uomo”, alla resistenza antifascista e fonda il centro culturale la “Corsia dei Servi” prendendo a prestito il nome della via che dal convento porta al Duomo. Sostiene l’idea di don Zeno Saltini di costruire, nell’ex campo di concentramento di Fossoli, presso Carpi, il villaggio “Nomadelfia” per gli orfani di guerra. Le pubblicazioni “Io non ho mani” (Premio Letterario Saint Vincent) e “Gli occhi miei lo vedranno” nei cinque anni dal ‘48 al ’52 fanno di lui un personaggio noto. Nel 1953 è trasferito prima in Austria e poi in Baviera. Rientra per un periodo ricco di incontri importanti a Firenze e, di nuovo, è all’estero ove il contatto con emigrati della sua terra lo spinge, rientrato nel 1961 a Udine, ad impegnarsi per realizzare, nel 1962, il film “Gli ultimi”, con la regia di Vito Pandolfi, che dia dignità alla umile vita contadina friulana. Negli anni successivi Turoldo è impegnato a realizzare una nuova esperienza comunitaria, aperta ai laici, nell’Abazia di S. Egidio in Fontanella, non lontano da Sotto il Monte. Viene aperta per l’ospitalità la “Casa di Emmaus” e inizia la pubblicazione della rivista “Servitium”, ancora oggi operante. Partecipa a trasmissioni sia radiofoniche che televisive, scrive numerosi articoli sui giornali. Vive gli anni della malattia, un tumore al pancreas, con forza e dignità. Muore il 6 febbraio 1992 e viene tumulato con due riti funebri. Uno presieduto dal Cardinale Carlo Maria Martini e l’altro nella Abazia di S. Egidio. Ad entrambi i riti partecipano moltissime persone.

(p.s.)