Il Presepe di Pallerone, un appuntamento che si rinnova dal 1935

Iniziato dal giovane Marino con pochi mezzi e tanto ingegno. È nella sede attuale dal 1968

Uno scorcio del Presepe meccanico di Pallerone
Uno scorcio del Presepe meccanico di Pallerone

Nel 1935 dall’idea di un giovane, che con ingegno e semplicità al contempo, servendosi di ruote di bicicletta, motore da ventilatore, ingranaggi, rulli e luci, nasce a Pallerone, il primo esemplare di presepe artistico e movimentato. In quell’anno fu collocato nella navata laterale, all’altare del Sacro Cuore; veniva smontato e rimontato ogni Natale e posizionato in punti diversi della chiesa, questo era dovuto al fatto che ogni volta si arricchiva di movimenti e luci e aveva bisogno di più spazio, tanto che nel 1938 fu fatto nel salone del castello Malaspina.
Nel corso degli anni, molti palleronesi, orgogliosi di quest’opera, si erano uniti al giovane Marino contribuendo, con le proprie idee ingegnose e le fatiche conseguenti, all’ampliamento del presepe che suscitava ammirazione sempre crescente. Certamente il fare e disfare di ogni anno cominciava a destare qualche preoccupazione e non poca fatica, per cui si pensò ad una collocazione stabile in un locale proprio e si scelse una grande cucina della parte cinquecentesca del castello marchionale, sotto la canonica e adiacente alla chiesa, apparteneva ad una vedova.
Tutto Pallerone contribuì alla costruzione della sede del presepe e della nuova cucina per la vedova Peri. Ora il presepe era stabile, aperto verso i visitatori con una bocca di tre metri. Cominciò a diffondersi la notizia dell’esistenza di un’opera di tale bellezza basata sulla quarta dimensione: il movimento.
Negli anni seguenti, vari quotidiani, tra cui “Famiglia Cristiana”, ne riportarono notizie e relazioni e nel 1966 la Rai venne e fece un servizio trasmesso poi nella rubrica “Cronache italiane”.
Ricordo quel giorno, eravamo ragazzi e ci chiamarono per partecipare alle riprese come visitatori che, con meraviglia, indicavano le varie scene in movimento: i personaggi intenti nelle occupazioni quotidiane come il fornaio, il ciabattino, il fabbro, i taglialegna con l’asinello che scalcia, l’acqua che scorre e la pace del pescatore seduto sulle sponde del laghetto, l’inquietudine di re Erode che entra ed esce dal suo palazzo, la fiducia e lo stupore dei pastori in cammino verso la grotta dove Maria copre Gesù e Giuseppe si inchina. Poi la notte con le stelle che si illuminano mentre la luna sale e la cometa indica dove trovare la quiete. In seguito all’aumento sempre crescente dei visitatori, fu necessario ampliare i locali e nel 1968 si cominciò a ricostruire la nuova sede, quella che vediamo oggi.
Fu costituito un comitato, la spesa da affrontare era ingente; tutta la popolazione, le ditte, numerose all’epoca, donarono volentieri e con orgoglio: maestranze, materiali e denaro, ciascuno secondo le proprie possibilità e competenze. Per realizzare la grotta furono adoperati quintali di ferro per le cèntine della volta e si usarono oltre cento quintali di tufo, ricavato dalle grotte di Posara; vennero impiegati nove motori per movimentare le figure, per la variazione delle luci e per alimentare il gettito continuo di centoventi litri di acqua al minuto; furono stesi più di quattromila metri di filo elettrico.
L’opera fu inaugurata in occasione del Santo Natale 1968 alla presenza del Vescovo e delle autorità. Il presepe ebbe un’affluenza di visitatori enorme, da tutta Italia e da molte parti del mondo, lo testimoniano i diari con le firme e le dediche raccolte nel tempo. Noi palleronesi ricordiamo le lunghissime file di transenne in legno necessarie per regolare l’attesa di adulti e bambini ansiosi di entrare.
Era ed è, indubbiamente, un’opera d’arte! rimasta per molti anni unica nel suo genere, molto suggestiva e curata in ogni particolare; durante la visita, gli accompagnatori possono illustrare le varie dinamiche e alcune preziosità che, ad una prima visita possono sfuggire. Ad oggi, in tanti posti si costruiscono presepi dei più svariati generi: stabili, viventi, varie espressioni di folklore o si possono acquistare piccole scene movimentate, siamo nell’era degli effetti speciali e tutto è molto più immediato e facilmente reperibile; al tempo c’erano solo pochi mezzi, menti ingegnose e tanta buona volontà e voglia di fare.
Il Presepe di Pallerone è il frutto dell’idea di un giovane che insieme a tante altre persone non nominate di proposito, sono esempio di ingegno, generosità, impegno e aggregazione, qualità nelle quali la comunità si è sempre contraddistinta. È stato ideato per la comunità ma condiviso nel tempo con migliaia e migliaia di visitatori ai quali ci piace pensare di aver trasmesso un messaggio di attesa e speranza.
Ai lettori, l’invito alla visita e gli auguri per un Santo Natale nel Signore Gesù.