La Parola e la Vita

IV Domenica di Avvento (Is 7,10-14     Sal 23     Rm 1,1-7    Mt 1,18-24)

47EmmanuelEcco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele, che significa “Dio con noi”.
L’evangelista Matteo interpreta così l’annuncio che l’angelo fa a Giuseppe per spiegargli la gravidanza di Maria e invitarlo a sposarla in quello stato.
Giuseppe, non temere di prendere con te Maria tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Giuseppe, reso forte da questo annuncio della presenza e dell’opera potente di Dio in questo fatto misterioso, assume questa chiamata e, come Abramo, si incammina sulla strada della fede nuda: Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
Anche Maria è stata chiamata alla fede: Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te.
Ha creduto a questa buona notizia: che il Signore è vicino, è con lei in quello che sta per accadere, anche se supera ogni possibilità umana, e il futuro si presenta pieno di rischi. Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
Anche Maria supera se stessa e i suoi progetti e si affida, si lascia condurre: Ecco la serva del Signore avvenga per me secondo la tua parola.
Tutto questo è una parola per noi: Non temere, il Signore è con te, è l’Emmanuele. È Dio con te, il Signore della storia, colui che ha vinto la morte, colui che ha dato la vita per te, che intercede per te. A lui è cara la tua vita. Questa verità sperimentata fa esclamare a san Paolo: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Come sta scritto: Per causa tua siamo messi a morte tutto il giorno, siamo considerati come pecore da macello. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
La vicinanza, l’amore di Dio, la sua Signoria rassicura il nostro cuore e rende possibile la fiducia, vince in noi la paura di ogni minaccia. Possiamo essere miti e amare anche le persone difficili. Possiamo non essere angosciati per il domani. Possiamo avere un rapporto libero con le ricchezze e il denaro. Possiamo essere liberi dalla preoccupazione eccessiva di sé. Possiamo portare gli impegni e responsabilità gravose della vita. Possiamo portare la croce. Possiamo donare la propria vita. Il Signore è con noi, dentro la nostra vita: lo incontriamo nella Chiesa, nella comunità cristiana, nell’ascolto della Parola, nei sacramenti, soprattutto nell’Eucaristia. Lui è con noi sicuramente e fedelmente: badiamo noi di non trascurare questa compagnia e di non stare lontano da lui.

Don Lucio Filippi