Misericordia et misera

Francesco chiude il Giubileo e ricorda che il tempo della Misericordia non è finito

Misericordia et Misera
Roma 21 novembre 2016. Presentazione della lettera Apostolica del Santo Padre Papa Francesco “Misericordia et Misera”

A conclusione del Giubileo della Misericordia Papa Francesco emana la Lettera apostolica “Misericordia et misera” con l’augurio di “misericordia e pace a quanti leggeranno questa lettera”. In essa ricorda che “la misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa” e auspica una “conversione pastorale” che metta al centro i poveri e l’ascolto della gente. Non sono poche le novità del documento. Tra esse c’è la facoltà per tutti i sacerdoti, “in forza del loro ministero”, di concedere l’assoluzione dal “procurato peccato di aborto”; l’estensione dell’assoluzione dai peccati anche ai lefevbriani “fino a nuove disposizioni”; la proroga del servizio dei “Missionari della misericordia”; la proposta di dedicare una domenica alla promozione della Bibbia nelle diocesi e di istituire una Giornata mondiale dei poveri nella XXXIII domenica del tempo ordinario. La riflessione del Papa va vista però nell’ottica della misericordia e il Papa pone al centro dell’attenzione non la giustizia legale, ma l’amore di Dio. “La misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa”, perché l’incontro tra Gesù e l’adultera è l’”icona” non solo dell’Anno Santo straordinario che si è appena concluso, ma dello stile del cristiano. Il Giubileo finisce, il Giubileo continua perchè “questo è il tempo della misericordia”, e Papa Francesco auspica una “conversione pastorale” che metta al centro i poveri e l’ascolto della gente. “Le nostre comunità si aprano a raggiungere quanti vivono nel loro territorio perché a tutti giunga la carezza di Dio attraverso la testimonianza dei credenti”. La tentazione di fare la “teoria della misericordia” si supera “nella misura in cui questa si fa vita quotidiana di partecipazione e di condivisione”. “In una cultura spesso dominata dalla tecnica, sembrano moltiplicarsi le forme di tristezza e solitudine in cui cadono le persone, e anche tanti giovani”. Per un futuro non “ostaggio dell’incertezza” la misericordia è l’unico antidoto a “malinconia, tristezza e noia, che lentamente possono portare alla disperazione”. No alle “chimere che promettono una facile felicità con paradisi artificiali”, sì alla misericordia come “vento impetuoso e salutare”, di fronte al quale “non si può rimanere indifferenti, perché cambia la vita”. Ora “è tempo di guardare avanti”, tramite una “conversione pastorale” nella liturgia, nei sacramenti, nella catechesi, nell’ascolto della Parola di Dio, nella cura e nella preparazione dell’omelia. “Il sacramento della riconciliazione ha bisogno di ritrovare il suo posto centrale nella vita cristiana”. “Noi confessori abbiamo la responsabilità di gesti e parole che possano giungere nel profondo del cuore del penitente, perché scopra la vicinanza e la tenerezza del padre che perdona”. “Concedo d’ora innanzi a tutti i sacerdoti, in forza del loro ministero, la facoltà di assolvere quanti hanno procurato peccato di aborto”, la novità più eclatante del documento, in cui si estende anche “fino a nuove disposizioni” la facoltà dei sacerdoti della Fraternità San Pio X di assolvere i loro fedeli dai peccati. “Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata”. Il Papa fa risuonare le parole pronunciate durante la Messa di chiusura del Giubileo, quando addita a tutta la comunità cristiana la “via della carità”, “la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme”. La misericordia ha anche un “valore sociale”, rimarca il Papa chiedendo di “rimboccarsi le maniche per restituire dignità a milioni di persone che sono nostri fratelli e sorelle, chiamati con noi a costruire una città affidabile”.

Giovanni Barbieri