Il viaggio di Papa Francesco in Colombia: pellegrino di pace

33papa“Quello della pace è un cammino giusto e necessario. Certo, mi piacerebbe che, mentre alle Farc è garantito l’accesso in Parlamento alle prossime elezioni, si tenesse maggior conto delle tante vittime del conflitto. Detto questo, per me le prime vittime sono stati proprio quei tanti bambini e ragazzi costretti ad imbracciare il fucile. Quando sono stato rapito il più grande tra loro avrà avuto 16 anni…”.
È la riflessione di una persona sequestrata dalle Farc. Una delle innumerevoli vittime. Si parla di 250.000 morti e di 7 milioni di profughi. Le ferite sono profonde e le difficoltà, da parte delle troppe vittime, a ricostituire un tessuto sociale pacifico e sereno sono enormi.
Papa Francesco affronta il viaggio pastorale in Colombia (6-11 settembre) conoscendo profondamente le condizioni e le sofferenze del Paese. “Verrò come pellegrino di speranza e di pace, per celebrare con voi la fede nel nostro Signore e anche per imparare dalla vostra carità e dalla vostra perseveranza nella ricerca della pace e dell’armonia” dice Papa Francesco, in un videomessaggio al popolo colombiano. Non a caso il motto del viaggio è “Facciamo il primo passo”.
“Ci ricorda che abbiamo sempre bisogno di fare un primo passo per qualsiasi attività e progetto. Esso ci spinge anche ad essere i primi ad amare, a costruire ponti, a creare la fratellanza. Fare il primo passo ci incoraggia ad uscire per andare incontro all’altro, a tendere la mano e a scambiarci il segno della pace”. La pace, sottolinea il Santo Padre, è “quella che la Colombia cerca e per il cui conseguimento lavora da molto tempo”. “Una pace stabile, duratura, perché possiamo vederci e trattarci come fratelli, non come nemici. La pace ci ricorda che siamo tutti figli dello stesso Padre che ci ama e ci conforta”.
Francesco si dice “onorato di visitare questa terra ricca di storia, cultura, fede, uomini e donne che hanno lavorato con determinazione e perseveranza per renderla un luogo in cui regna l’armonia e la fratellanza, in cui il Vangelo è conosciuto e amato, dove dire fratello e sorella non risulta un segno strano, ma un vero e proprio tesoro da proteggere e difendere”.
Per il Papa, “il mondo di oggi ha bisogno di consiglieri di pace e di dialogo. Anche la Chiesa è chiamata a questo compito, per promuovere la riconciliazione con il Signore e con i fratelli, ma anche la riconciliazione con l’ambiente che è una creazione di Dio e che stiamo sfruttando in modo selvaggio”.